22 settembre 2017 ore: 14:37
Disabilità

L'Aipd a Travaglio: "In bocca a lei 'mongoloide' pesa come il piombo"

Il presidente nazionale di Aipd Grillo scrive al giornalista, "per farle capire meglio la nostra indignazione. In bocca a lei, 'mongoloide' pesa come il piombo. Spesso atti di bullismo sui nostri figli iniziano con insulti del genere: la forma allora diventa sostanza"
Marco Travaglio 3

- ROMA - “Credo che sia un problema deontologico: chiamare 'mongoloide' qualcuno vuol dire ledere l'immagine e la dignità delle persone con sindrome di Down e le loro famiglie, cosa che - ne sono certo - non aveva alcun desiderio né intenzione di fare”: così Paolo Virgilio Grillo, presidente nazionale di Aipd, scrive a Marco Travaglio, commentando l'episodio che ha suscitato indignazione tra familiari e associazione: l'espressione “mongoloide”, utilizzata dal giornalista mercoledì sera in studio, durante la trasmissione “Otto e Mezzo”. 

Il problema a mio avviso è nell'uso stesso della parola 'mongoloide', cosi come di 'handicappato' o 'ritardato mentale' – scrive Grillo - a prescindere dal loro contesto. Sono parole che venivano ampiamente utilizzate fino agli anni '80, ma da allora lunga strada è stata percorsa perché potessero essere utilizzati termini nuovi, più autenticamente legati alla condizione e rispettosi della dignità delle persone che così venivano definite. Il loro uso infatti, e lei lo dimostra oggi, è nel tempo diventato un insulto sinonimo di totale e assoluta incapacità di comprendere”.

Nel frattempo, però, molto è cambiato: “Oggi le persone con Sindrome di down hanno dimostrato di avere capacità e di poter avere un ruolo nella nostra società se se ne dà loro l'opportunità. - scrive ancora Grillo - Questo è il motivo per cui ieri il telefono dell'associazione ha suonato tutto il pomeriggio, con soci indignati dall'uso pubblico di 'mongoloide', un termine che è indissolubilmente legato ai tratti somatici dei nostri figli è che non vorremmo sentire né in strada né ancor più sui media”. 

E a Travaglio, Grillo scrive ancora: “Lei è un giornalista, direttore di una testata, opinionista di alto livello: in bocca a lei 'mongoloide' pesa come il piombo. Spesso atti di bullismo sui nostri figli iniziano con insulti del genere, capisce bene quindi che la forma diventa, in alcuni casi, sostanza. Sperando di avere spiegato il nostro punto di vista nel modo più chiaro possibile - conclude - le rinnovo il ringraziamento per le sue scuse e la invito a venirci a trovare, per conoscere altre persone, oltre ai suoi amici, con sindrome di Down e scoprire così che l'assioma down-imbecille non è così reale come la gente crede. Ci auguriamo che in futuro lei ci aiuti a portare una cultura nuova nelle case degli italiani dove rispetto e tolleranza abbiano spazio più degli insulti”.

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news