L’Aquila, da case temporanee dopo il sisma a cohousing per adulti autistici
ROMA – Non abbattere gli appartamenti del progetto “Case”, costruiti all’indomani del sisma, ma trasformarli in uno spazio innovativo di convivenza sociale per adulti con autismo. E – perché no? – in un modello di quel “Dopo di noi” che una legge, già approvata alla Camera, si propone di sostenere e incoraggiare. L’idea arriva dall’associazione Autismo Abruzzo onlus, ma ha già mosso i primi passi grazie a un protocollo d’intesa tra Asl e comune, che ha destinato quattro appartamenti del progetto Case/Map proprio alla creazione di nuovi “gruppi appartamento convivenza”, gestiti dalla Asl 1 in sinergia con alcune associazioni aquilane e destinati a persone con problemi psichici. Ora, di fronte alla determinazione espressa anche recentemente dal sindaco di procedere all’abbattimento di tutti gli appartamenti del progetto, sia per problemi strutturali di alcuni di questi sia per gli alti costi di gestione di questa situazione, nata come “temporanea”, l’associazione Autismo Abruzzo rilancia con forza l’idea di una destinazione sociale di almeno una parte di questi. Chiediamo a Dario Verzulli, presidente della onlus, di spiegarci meglio la situazione
"Da qualche settimana qui a L'Aquila la politica sembra aver perso il lume della ragione. - spiega - Alcune decine di appartamenti dei progetti Case hanno avuto in effetti problemi enormi (balconi crollati, solai lesionati, impianti termici ed elettrici difettosi, isolamenti inconsistenti), ma dei 4.800 appartamenti, circa l'80% (cioè almeno 3200-3500) sono funzionali e utilizzabili. Mensilmente il comune redige una lista aggiornata degli appartamenti disponibili per ogni località e l'ultimo censimento riporta la disponibilità di 218 alloggi. Il sindaco Massimo Cialente è però convinto che debbano essere abbattuti tutti, tranne le tre realizzazioni (Assergi, Camarda e Aragno) più distanti dalla città. Si accinge a chiedere risorse al governo per tale opera di distruzione, dopo che milioni di italiani hanno contribuito direttamente alla realizzazione.
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Qual è la vostra controproposta?
E' la nostra storica idea di una rete diffusa di residenze per adulti con autismo: siamo convinti infatti che l'ampia possibilità di accoglienza e la diversificazione sul territorio possa essere garanzia di qualità e di interesse di tutte le famiglie che conoscono l'autismo. La delibera della ASL n. 2216 del dicembre scorso ha accolto finalmente il protocollo di intesa proposto dal comune di L'Aquila. In questa iniziativa embrionale vediamo una opportunità, che negli anni possa garantire ad un numero crescente di utenti proprio la vita in "condivisione" e permettere a tanti ragazzi, come il nostro Gianmarco, di tornare dalla Campania!
Dalla Campania?
Sì, perché centinaia di persone con autismo della nostra regione sono costrette a risiedere in strutture sanitarie, a volte lodevoli per qualità e attenzioni, tutte in altre regioni e a costi a dir poco folli: si va delle 185 euro al giorno per giungere ai 550 euro! Quante residenze e quanti operatori si potrebbero sostenere con queste cifre? La mobilità passiva (servizio residenziale fuori regione) solo per l'autismo in Abruzzo è di circa 10 milioni di euro.
Ci sarebbero quindi delle ricadute economiche positive, destinando al cohousing queste case?
Certamente, i costi di gestione sarebbero certamente minori di quanto già oggi sostenuto dalle istituzioni e la qualità dell'intervento risentirà pesantemente della naturale inclusione sociale. Ma non solo: la crescita economica di un territorio ormai passa obbligatoriamente per un miglioramento della qualità della vita e dei servizi disponibili (residenziali e non), anche a contribuzione, che possano armonizzare quanto già speso dalle Asl.
Avete formalizzato la vostra richiesta?
Sì, con il centro regionale di riferimento per autismo abbiamo inoltrato richiesta formale di concessione di appartamenti del progetto Case anche per adulti con autismo. A quanto pare la richiesta è stata accolta, gli appartamenti saranno consegnati al centro regionale nei prossimi giorni e destinati a luogo di inserimento, inizialmente con attività solo diurne, poi con servizi anche residenziali. Stiamo aspettando la consegna delle chiavi: il nostro intento è di inaugurare questi spazi il 2 aprile prossimo, Giornata della consapevolezza sull’autismo. E la speranza è, naturalmente, che questa idea possa estendersi, fino a trasformare il progetto Case in una bella opportunità da valorizzare. Come abbiamo sempre auspicato e chiesto. (cl)