L'Asgi chiede di modificare lo spot di miss Italia, "discriminatorio"
ROMA – L’Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, segnala il contenuto dello spot per l’edizione di miss Italia 2014 che diffonde un messaggio errato rispetto al regolamento stesso del concorso. “A prescindere dalla più generale questione della legittimità o meno di limitazioni nell’accesso al concorso in base alla cittadinanza delle candidate, ciò che si vuol rilevare è che il detto spot televisivo (che è senz’altro il principale canale di diffusione delle informazioni presso le aspiranti,) diffonde un messaggio palesemente non conforme al regolamento del concorso stesso e avente contenuto discriminatorio” si legge nella lettera inviata dall’Asgi alla rete televisiva La7. Nello spot, interpretato da Simona Ventura, il messaggio diffuso è che la selezione è aperta “a ragazze nate in tutte le parti del mondo, ma con cittadinanza italiana” e la stessa informazione errata è contenuta nel sito internet della manifestazione, mentre nell’articolo 8 del regolamento si legge che sono ammesse anche le ragazze nate in Italia da cittadini stranieri e residenti da 18 anni consecutivi sul suolo italiano - dunque non necessariamente in possesso della cittadinanza italiana - al momento dell’iscrizione al concorso.
“Il messaggio diffuso a mezzo tv e nel sito internet, nella parte in cui esclude dalla partecipazione anche la pur ridotta categoria di cittadine straniere che il regolamento invece ammette, veicola un’informazione falsa, che non solo è in contrasto con i principi generali di correttezza e buona fede, ma è idonea a scoraggiare dalla partecipazione le cittadine straniere che pure avrebbero diritto” prosegue la lettera. L’Asgi chiede di conseguenza di modificare immediatamente il messaggio diffuso nello spot televisivo di promozione del concorso nonché il sito internet, dando invece i corretti requisiti di partecipazione. “In assenza di tempestivo riscontro, assumeremo ogni opportuna iniziativa, anche ai sensi dell’art. 4 d.lgs. 215/03, per far cessare detto comportamento discriminatorio” conclude l’Asgi.