4 settembre 2015 ore: 15:29
Immigrazione

L’autore di Io sto con la sposa: cos’altro occorre per capire questa tragedia?

Parla Khaled Soliman Al Nassiry, poeta siriano di Damasco, co-regista del fortunato film sull'esodo dei rifugiati.“Sono anni che l'Europa chiude la porta in faccia a chi scappa dalla guerra. Ora non possiamo aspettare che il tempo ci faccia dimenticare”
Io sto con la sposa. Personaggi. Sposa dietro ferro spinato

Una scena da "Io sto con la sposa"

Khaled Soliman Al Nassiry
Khaled Soliman Al Nassiry

MILANO - In Siria ha parenti e amici. In particolare a Damasco. "Vivono nel terrore, non sanno mai con certezza chi è il nemico. Non c'è solo il dittatore Assad". Khaled Soliman Al Nassiry, poeta, regista e co-autore del docufilm "Io sto con la sposa", non riesce a vedere uno spiraglio di speranza per i suoi connazionali. "Ogni volta che li sento mi dicono solo che vogliono lasciare la Siria. È una guerra civile, che sta lasciando ferite profonde nella società. In alcune famiglie ci sono fratelli o parenti che combattono per fazioni opposte. Una tragedia".

- Khaled sta girando l'Italia per presentare "Io sto con la sposa", pellicola che ha partecipato al Festival del Cinema di Venezia 2014 e che racconta il viaggio di un gruppo di profughi dall'Italia alla Svezia al seguito di un finto corteo nuziale. "La gente rimane colpita, non immagina quale odissea i profughi devono vivere anche in Europa – sottolinea –, però ora mi rendo conto che il film non basta. La gente comune, al di là di qualche gesto di solidarietà, che cosa può fare? Nulla. Il problema è più grande ed è in mano ai governi. È da anni che l'Europa chiude la porta in faccia a chi sta scappando dalla guerra. E ora forse ci si sta rendendo conto anche a livello politico che così non si può andare avanti".

"Ieri la foto del bambino morto sulla spiaggia turca, nei giorni scorsi i morti sul camion in Austria e poi i naufragi: cosa altro ci vuole per capire che è in corso una tragedia? - chiede Khaled –. Non sono solo i siriani a dover scappare, ma ci sono anche gli iracheni, i pakistani, i somali, gli eritrei… La soluzione non può essere quella di chiudere la porta in faccia a chi fugge. Anch'io non ho dormito dopo aver visto la foto di quel bambino. E ora? Cosa possiamo fare? Oppure aspettiamo che il tempo ci faccia dimenticare? Ma ci saranno altri morti e altre foto. Ecco dobbiamo farci tutti un esame di coscienza". (dp)

I protagonisti di "Io sto con la sposa" al Festival del cinema di Venezia 2014
I protagonisti di "Io sto con la sposa" al Festival del cinema di Venezia 2

 

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