29 ottobre 2015 ore: 10:34
Immigrazione

L'economia dei migranti: rimesse in aumento, più conti correnti aperti

Dossier Idos/Unar. Dall’Italia nel 2014 rimesse per 5,3 miliardi di euro (+8,5% in 2 anni); 436 miliardi di dollari quelle nel mondo. Nel 2013 migranti titolari di oltre 2,4 milioni di conti correnti presso banche e BancoPosta. 123 mila miliardi il contributo al Pil
Rimesse degli immigrati - Soldi intorno al mondo

ROMA - Dall’Italia nel 2014 sono stati avviate nei paesi di origine rimesse per 5,3 miliardi di euro. Un flusso di denaro in costante crescita che ogni anno raggiunge i paesi di origine: l’aumento negli ultimi due anni è stato dell’8,5%. E' quanto emerge dal Dossier statistico immigrazione 2015 di Idos e Unar, presentato oggi. Nel  2011, il “periodo d’oro” , le rimesse hanno toccato quota 7,4 miliardi di euro, per frenare nel 2012, e, con maggiore forza, nel biennio successivo. calo dovuto in poarte alla crisi ma soprattutto secondo gli osservatori a una "specifica anomalia” delle transazioni effettuate dai migranti cinesi,  che non separavano le  rimesse  inviate come pagamento di scambi di natura commerciale da quelle personali. “Se dal dato complessivo scorporiamo le rimesse inviate verso la Cina, - spiegano - la fotografia del fenomeno appare assai diversa: il flusso di denaro verso l’estero fa registrare una crescita del 5,9% nel 2013 e del 2,5% nel 2014". Non si tratta di un esercizio di stile, sottolineao, ma di una lettura più aderente alla realtà”.
La Cina, dunque, diminuisce e segnano il passo anche le rimesse verso l’India, aumentano invrece quelle da altri paesi dell’Asia meridionale come Pakistan, Sri Lanka e Bangladesh, che nell’ultimo biennio ha fatto registrare un incremento di oltre il 55%. Nell’Est Europa aumentano quelle verso la Moldavia e l’Albania, mentre diminuiscono quelle verso l’Ucraina . “Persistente” il declino dei flussi di denaro verso le Filippine (nell’ultimo biennio si sono quasi dimezzate), Brasile e Ecuador; forte incremento delle transazioni monetarie verso la Russia (+32,3%). Un quinto delle rimesse proviene dalla Lombardia, regione che detiene il primato con oltre 1,1 miliardi di euro inviati all’estero. Tre soli territori regionali, Lombardia, Lazio e Toscana, raggruppano più della metà del volume totale di rimesse in uscita dal nostro paese.
Le rimesse nel mondo nel 2014, secondo le stime di Banca Mondiale, hanno raggiunto i 436 miliardi di dollari, +4,4% rispetto al 2013 (grazie soprattutto alla forte ripresa dell’economia statunitense). Nel 2015 rallenta la crescita ma nel 2017, secondo le stime, il valore dovrebbe arrivare a 479 miliardi di dollari.

Crescono i titolari di conti correnti. Nel 2010 solo il 61% degli immigrati adulti residenti era titolare di un conto corrente, nel 2013 la quota sale al 75%, con oltre 2,4 milioni di conti correnti presso le banche italiane e BancoPosta (oltre ai quasi 110 mila conti correnti small business), senza contare le carte con Iban (quasi 1,2 milioni), che “rappresentano un punto di ingresso importante al sistema finanziario, pur se non danno pieno accesso a tutti gli strumenti finanziari come il conto corrente”. A favorire il contatto con le banche nella maggior parte dei casi sono amici e parenti già residenti in Italia, oppure associazioni di connazionali, lo stesso datore di lavoro o amici italiani. Tra i titolari di conto corrente, coloro che appartengono ad un “profilo evoluto” (persone che hanno un’elevata familiarità con il sistema bancario e utilizzano almeno sei prodotti bancari) sono passati dal 16% del 2009 al 34% del 2014.

Il contributo dei migranti al Pil. Le entrate fiscali e previdenziali ricollegabili ai lavoratori immigrati sono state nel 2013 pari a 16,6 miliardi di euro, mentre il totale delle uscite sostenute nei loro confronti è stato di 13,5 miliardi (saldo positivo di 3,1 miliardi di euro). Peraltro, nel 2013 il contributo al Pil nazionale assicurato dagli occupati stranieri è stato di 123.072 miliardi di euro (l’8,8% del totale). In particolare, essi versano in media tra i 7-8 miliardi di contributi l’anno ma, non riuscendo tutti a maturare il diritto alla pensione, l’Inps ha stimato che abbiano lasciato nelle casse previdenziali oltre 3 miliardi di euro improduttivi di prestazioni. Attualmente, i cittadini non comunitari beneficiari di pensioni previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti sono 35.740 (lo 0,2% di tutti i beneficiari), mentre i titolari di pensioni assistenziali sono 51.361 (l’1,4% del totale).

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