L’Isis, la paura, le vittime. Cosa pensano i bambini degli attentati a Parigi?
ROMA – “So che in un teatro a Parigi sono state uccise 100 persone” dice Leonardo, “so che a Parigi c’erano tante luci accese e adesso sono tutte spente: sembra una città fantasma” racconta Daniele e Valeria aggiunge: “so che sono morti anche dei bambini”. Ma le ultime parole sono di Maddalena: "la scuola ci ha fatto diventare amici, anche se siamo tutti diversi". E’ la cronaca di uno dei tanti dibattiti sulle stragi di Parigi, che in queste ore si stanno tenendo nelle scuole italiane. A Perugia, in un classe terza della scuola primaria, la maestra Maddalena ha sollevato la discussione con i suoi alunni: “Sono state cinque ore di scuola molto intense – spiega -"E' stato bellissimo e domani continuiamo con dei pensieri individuali. Oggi è stato il giorno del confronto, della riflessione collettiva."
E così senza filtri i bambini hanno raccontato anche le loro emozioni: “So che vogliono fare altri attentati a Roma, Bangkok e Pechino” dice Giorgia, e Toni aggiunge: “siccome so che sono morte 100 persone ho paura che succeda anche da noi”. Tutti sanno che a compiere gli attentati è una “banda che si chiama Isis”, qualcuno dice che “sono arabi ma non pregano”, altri che “la loro religione credono sia superiore alle altre” mentre Karima precisa: “Il Corano non dice di uccidere”.
“Questa storia è un omaggio a tutte le insegnanti, gli insegnanti e dirigenti scolastici che tutti i giorni cercano di educare i nostri figli alla cittadinanza democratica e alla responsabilità – sottolinea Flavio Lotti della Tavola della pace -. Questa è la buona scuola su cui dobbiamo investire per costruire un’Italia, un’Europa e un mondo migliori”.