17 febbraio 2017 ore: 12:21
Immigrazione

L’Italia continua a crescere grazie agli stranieri, “non un problema ma un vantaggio”

La riflessione dell'Idos sulla base dell'ultimo rapporto Ocse. Sono gli stranieri ad aumentare per nascite sul posto (72 mila) e arrivo dall’estero (250 mila). I lavoratori stranieri occupati sono diventati 2.350.000. Il loro apporto al sistema fiscale italiano è maggiore rispetto alle spese pubbliche sostenute per loro: il bilancio è di 2,2 miliardi a favore dell’Italia
Stranieri in Italia. Passaporto in mano

ROMA – L’Italia continua a crescere grazie agli stranieri: il deficit demografico del nostro paese continua, infatti, ad essere molto elevato, ma pur nella continua diminuzione degli italiani (nel 2015, tra gli italiani, le morti sono prevalse sulle nascite di 228.000 unità), sono gli stranieri ad aumentare per nascite sul posto (72.000) e arrivo dall’estero (250.000). I nuovi arrivi sono avvenuti in prevalenza per motivi familiari e umanitari e meno per motivi di lavoro. Dall’inizio del secolo i cittadini stranieri sono cresciuti di oltre 3,5 milioni e lo faranno ancora: l’Istat ha previsto, tra il 2011 e il 2065, 18 milioni di ingressi dall’estero per mantenere inalterato il livello della popolazione a fronte del declino degli italiani, stranieri che arriveranno a incidere per un terzo sulla popolazione totale (attualmente l’incidenza è dell’8,3%). E’ questo lo scenario delineato da Ugo Melchionda, presidente di Idos, in una riflessione sull’Italia dell’ultimo rapporto Ocse sull’immigrazione.           

Secondo il report le ragioni demografiche si intrecciano con quelle lavorative, anche se il dinamismo risulta rallentato. I lavoratori stranieri occupati sono diventati 2.350.000, aumentati di 65.000 unità nel corso di un anno ma non in misura tale da ridimensionare sostanzialmente la massa dei disoccupati stranieri (450.000). Anche i cittadini non comunitari sono diventati per lo più lungo soggiornanti (62,5), senza essere più costretti a lasciare l’Italia in caso di perdita del posto di lavoro. Ma non si tratta di una massa di assistiti, tenuto conto che è maggiore l’apporto che essi assicurano al sistema fiscale italiano rispetto alle spese pubbliche sostenute a loro favore: il bilancio è di 2,2 miliardi a favore dell’Italia.

Il dossier spiega, inoltre, che ormai diventa sempre più difficile operare una rigida suddivisione tra italiani e stranieri e sarebbe più corretto parlare di residenti di origine straniera. Si stima, infatti, che i cittadini italiani di origine straniera siano già oltre 1 milione e 150mila, dei quali 178.000 diventati tali nel 2015. Un altro aspetto fortemente legato alla globalizzazione è la provenienza dai più diversi Paesi del mondo (più di quanto avvenga in altri Paesi europei), con un protagonismo differenziato sia nel mercato occupazionale (dove i romeni sono la prima collettività) sia nell’ambito delle 550.000 imprese a gestione immigrata, dove la prima collettività è quella marocchina e la seconda è quella cinese, mentre i romeni sono solo terzi. Secondo i ricercatori, quindi, la presenza straniera “non pone solo problemi, ma assicura dei vantaggi” ed è  destinata ancora a crescere.

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