L'Italia delle disuguaglianze sociali: a Napoli lavorano 3 giovani su 10
Roma - Negli anni della crisi le disuguaglianze sociali si sono ampliate, il ceto medio si e' indebolito, le opportunita' di integrazione sono diminuite. Lo dice il 48esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese nel 2014. Spicca, tra le altre cose, "lo slittamento verso il basso delle grandi citta' del Sud. Il tasso di occupazione dei 25-34enni oscilla tra il 34,2% di Napoli e il 79,3% di Bologna, la quota di persone con titolo di studio universitario passa dall'11,1% di Catania al 20,9% di Milano, gli evasori del canone Rai sono il 58,9% a Napoli ma diminuiscono al 26,8% a Roma, a Bari solo 2,8 bambini di 0-2 anni ogni 100 sono presi in carico dai servizi comunali per l'infanzia contro i 36,7 di Bologna, a Palermo ci sono appena 3,4 mq per abitante di verde urbano rispetto ai 22,5 bolognesi, la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti si ferma al 10,6% nel capoluogo siciliano mentre arriva al 38,2% nel capoluogo lombardo". Per un Paese come l'Italia, "che ha fatto della coesione sociale un valore centrale e che si e' spesso ritenuto indenne dai rischi connessi alle fratture sociali che si ritrovano nelle banlieue parigine o nei quartieri degradati della inner London, le problematicita' ormai incancrenite di alcune zone urbane ad elevato degrado non possono essere ridotte a una semplice eccezione alla regola del 'buon vivere'". (DIRE)