29 gennaio 2015 ore: 12:27
Immigrazione

L'Italia si attiva per un'immigrazione consapevole da Marocco e Tunisia

Al via il progetto "Iprit", finanziato dal ministero dell'Interno italiano e condotto dal Centro Idos di Roma vuole portare avanti una corretta informazione nei due Paesi riguardo le norme migratorie verso il nostro Paese. Sono oltre 450 mila i marocchini in Italia, oltre 100 mila i tunisini
Immigrazione. Ragazza marocchina al computer

ROMA - Favorire un'immigrazione informata e consapevole, nonchè una collaborazione efficace in termini di gestione dei flussi con Paesi che vantano oltre mezzo milione di soggiornanti in Italia. In quest'ottica è nato il progetto Iprit (Immigrazione Percorsi di Regolarità in Italia), finanziato dal ministero dell'Interno italiano e condotto dal Centro studi e ricerche Idos di Roma. L'iniziativa parte da un dato particolarmente significativo: l'aumento numerico dei marocchini in Italia è stato consistente nell'ultimo decennio, passando dai circa 180 mila del 2001 ai 454.773 alla fine del 2013. Il Marocco rappresenta oggi il principale paese extra Ue da cui provengono gli immigrati in Italia, mentre la comunità tunisina supera le 100 mila persone.
Con questi due Paesi, anche in questi anni di crisi, continuano i flussi migratori seppure non sempre con una adeguata tutela e la piena conoscenza di quanto consente la normativa. Il progetto Iprit si propone, quindi, come sussidio ai tunisini e marocchini che intendono emigrare nel Belpaese e si concretizza nella formazione di 25 operatori in ciascun Paese, prescelti nel settore pubblico e sociale che, una volta formati, potranno essere ripetitori dei contenuti appresi a beneficio di quanti vogliono emigrare in Italia. 

A livello associativo il progetto vede la collaborazione con l’Associazione nazionale oltre le frontiere Marocco (Anolf Maroc e Anolf Tunisia) e con la Fondazione mondo digitale (Fmd) e, a livello istituzionale, con le ambasciate in Italia del Marocco e della Tunisia. A supporto del progetto sono state curate, in lingua italiana e francese, due guide, rispettivamente per il Marocco e per la Tunisia, contenenti la normativa italiana in materia di immigrazione. Sono poi state messe a disposizione dei corsisti copie di un glossario in lingua araba, sui termini riguardanti l’immigrazione, con il loro corrispettivo in italiano e un volume sulla sicurezza sociale italiana, esaminata nelle sue implicazioni riguardanti gli immigrati. Approfondimenti sono stati condotti anche sulla convenzione di sicurezza sociale italo-tunisina e sull’accordo di associazione del Marocco e della Tunisia alla Ue, che contiene una clausola di non discriminazione a cui fanno riferimento numerose sentenze pronunciate dalla magistratura italiana e da quella europea.

In Italia le regioni a maggiore presenza dei marocchini sono la Lombardia, con quasi un quarto del totale, e a pari merito tre regioni con una incidenza di circa il 15% sul totale (Emilia Romagna, Piemonte e Veneto). Più dei due terzi dei marocchini si trova in queste quattro regioni, quelle più industriali del nord, in grado di offrire maggiori opportunità occupazionali, mentre il numero più contenuto si registra nel Lazio, pur essendo questa la seconda regione in Italia per numero di immigrati. Infine è significativo il dato sui nuovi ingressi di marocchini nel triennio 2011-2013: quattro anni fa sono stati 31.000, di cui 17.858 maschi e 13.142 donne (43,4%). I motivi dell’ingresso sono legati alla famiglia 54,0%, lavoro 40,9%, studio 0,8%, asilo e motivi umanitari 0,8%, altri motivi 3,5%. Nel 2012 i nuovi arrivati dal Marocco sono stati 21.109, con un’incidenza femminile del 50,0% mentre nel 2013 il numero degli ingressi è tornato a salire: 25.165, di cui il 59,8% per effetto dei ricongiungimenti familiari.

Il progetto Iprit rimette al centro della questione immigrazione una corretta informazione che, specialmente quando viene attuata nel quadro di una collaborazione bilaterale, costituisce la via maestra per tutelare i diritti e prevenire gli sfruttamenti, facendo del fenomeno migratorio un’occasione di crescita personale e di collaborazione tra i Paesi interessati.

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