22 agosto 2024 ore: 15:40
Società

L’Ucraina ratifica lo Statuto della Corte penale internazionale. Amnesty: “Fatto positivo, ma c’è un’importante limitazione”

L’Ucraina diventerà ufficialmente uno stato parte dello Statuto di Roma il primo giorno del mese successivo ai 60 giorni trascorsi da quando lo strumento di ratifica sarà stato depositato alle Nazioni Unite

Il 21 agosto il parlamento dell’Ucraina ha approvato la legge di ratifica dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, già firmato nel 2000.

L’Ucraina diventerà ufficialmente uno stato parte dello Statuto di Roma il primo giorno del mese successivo ai 60 giorni trascorsi da quando lo strumento di ratifica sarà stato depositato alle Nazioni Unite.

“Apprezziamo la decisione dell’Ucraina di ratificare lo Statuto di Roma, un passo fondamentale perché ci sia giustizia per le vittime dei crimini di diritto internazionale commessi durante l’invasione russa. È anche il segnale della volontà del governo di accettare i diritti e gli obblighi che riguardano gli stati membri della Corte”, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice delle ricerche e delle campagne di Amnesty International.

La legge approvata dal parlamento ucraino, tuttavia, contiene una dichiarazione, ai sensi dell’articolo 124 dello Statuto di Roma, in base alla quale, per sette anni dall’effettiva entrata in vigore della ratifica, l’Ucraina “non riconoscerà la giurisdizione della Corte penale internazionale” sui crimini di guerra “quando, probabilmente, commessi da suoi cittadini”.

“Questa dichiarazione è contraria ai principi fondamentali della giustizia internazionale. In pratica, rischia di creare incertezza nei procedimenti attuali e futuri della Corte e di essere potenzialmente in conflitto con le precedenti dichiarazioni dell’Ucraina che avevano garantito alla Corte la giurisdizione su crimini commessi sul suo territorio dal 20 febbraio 2014. Inoltre, l’eccezione relativa ai cittadini ucraini consentirà ancora alla Corte di avere giurisdizione su presunti crimini di guerra commessi da cittadini russi o di altre nazionalità in Ucraina? Quest’ambiguità potrebbe impedire indagini rapide ed efficaci da parte della Corte”, ha commentato Guevara-Rosas.

“La popolazione ucraina merita giustizia ma questa non può essere selettiva. Apprezziamo la ratifica da parte dell’Ucraina ma chiediamo di riconsiderare l’intenzione di limitare per sette anni la giurisdizione su presunti crimini di guerra commessi da cittadini ucraini, sia per un fatto di principio che per evitare di pregiudicare l’azione della giustizia internazionale”, ha concluso Guevara-Rosas.

L’Ucraina aveva accettato la giurisdizione della Corte, ai sensi dell’articolo 12.3 dello Statuto, su presunti crimini previsti dallo Statuto di Roma commessi sul suo territorio: la prima volta per il periodo dal 21 novembre 2013 al 22 febbraio 2014, la seconda dal 20 febbraio 2014 in avanti.

L’articolo 124 dello Statuto di Roma prevede che uno stato “quando diventa parte di questo Statuto, può dichiarare che per un periodo di sette anni dopo la sua entrata in vigore non accetterà la giurisdizione della Corte [rispetto ai crimini di guerra] quando un presunto crimine si ritenga essere stato commesso da un suo cittadino o sul suo territorio. La dichiarazione può essere ritirata in qualsiasi momento”. 

Amnesty International si oppone all’uso delle dichiarazioni ai sensi dell’articolo 124 ritenendole non necessarie e in contrasto con l’obiettivo finale dello Statuto di Roma: porre fine all’impunità. Questa eccezione era stata inserita come disposizione provvisoria al momento dell’approvazione dello Statuto, nel 1998. Da allora è stata usata raramente.

Nel 2015 gli stati che fanno parte dello Statuto di Roma hanno deciso per consenso di eliminare l’articolo 124 e hanno sollecitato a non ricorrervi. Tuttavia, questo emendamento allo Statuto non è ancora entrato in vigore.

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