4 novembre 2014 ore: 16:14
Immigrazione

L'Ue: no al ritorno in Italia dei rifugiati afghani. Cir: "Sentenza sorprendente"

Il direttore Hein: "Sentenza che contraddice la precedente giurisprudenza su casi analoghi. La famiglia sarebbe stata accolta in un centro del sistema Sprar più adeguato a garantire un’accoglienza dignitosa". L'Asgi: "Decisione molto importante e attesa a livello europeo"
Profughi siriani, rifugiati, famiglia in fuga

ROMA - E' "sorprendente" secondo il Cir la sentenza Tarakhel contro la Svizzera della Corte Europea dei Diritti Umani, emanata oggi, che vieta il rinvio in Italia di una famiglia di richiedenti asilo afghani alla luce delle condizioni inumane nel sistema di accoglienza italiano, ricorda il Cir. La Svizzera avrebbe dovuto chiedere garanzie alle autorità italiane in quanto alle condizioni di accoglienza e al rispetto dell’unità del nucleo familiare. La famiglia afghana con sei bambini, arrivata in Italia nel luglio 2011, dopo essere stata ospitata in due centri di accoglienza in Puglia per 12 giorni, si era trasferita prima in Austria e quindi in Svizzera. La Corte di Strasburgo, prosegue il Cir, afferma che le condizioni per i richiedenti asilo in Italia non siano assolutamente comparabili con quelle in Grecia, rispetto alla quale la Corte a suo tempo aveva di fatto bloccato qualunque rinvio da parte di altri Stati dell’Unione. La Corte riconosce, inoltre, che negli ultimi tre anni il numero di posti d’accoglienza in Italia sia stato notevolmente aumentato e in generale le condizioni siano migliorate.

“Sorprende che la sentenza, che contraddice la precedente giurisprudenza su casi analoghi, da un lato affermi che non ci siano deficienze sistematiche delle condizioni d’accoglienza e, tuttavia, ritiene che nel caso specifico la Svizzera - sottolinea il direttore Christopher Hein - rinviando la famiglia in Italia, avrebbe violato i diritti umani”. “Una famiglia numerosa con bambini almeno oggi viene considerata gruppo vulnerabile e quindi accolta in un centro del sistema Sprar più adeguato a garantire un’accoglienza dignitosa rispetto ai grandi centri Cara. E’ importante comunque che la Corte riconosca con forza che i richiedenti asilo appartengano di per sé ad una popolazione particolarmente svantaggiata e vulnerabile che richiede pertanto una particolare protezione, ancor più se tra di loro ci sono minori” continua Hein.

“Sappiamo che il sistema d’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo in Italia, nonostante i grandi passi avanti fatti proprio negli ultimi mesi, presenta ancora lacune molto gravi in quanto a lunghi periodi d’attesa per trovare un posto, per esempio in Sicilia e a Roma, e anche per le condizioni a volte davvero inumane nei Cara. Speriamo quindi che la sentenza dia impulso a ulteriori sforzi per l’adeguamento del nostro sistema ai migliori standard europei” conclude Hein.
Di altro segno la lettura dell'Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione) che sottolinea come si tratti "di una decisione molto importante ed attesa a livello europeo che potrebbe portare alla sospensione di molti reinvii in Italia secondo il patto di Dublino di minori e persone vulnerabili".

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