14 gennaio 2017 ore: 18:29
Società

La "buona scuola" ha i decreti attuativi: ecco cosa prevedono

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via ibera a otto decreti legislativi di attuazione della legge di riforma della scuola. In una sintesi del Ministero dell'Istruzione ecco cosa prevedono i testi approvati dal governo: dalla formazione iniziale all'inclusione degli alunni disabili, fino alle norme per garantire il diritto allo studio
Scuola. Ragazzi di spalle corrono a scuola - SITO NUOVO

ROMA - Primo via libera oggi in Consiglio dei Ministri a otto decreti legislativi di attuazione della legge Buona Scuola. I decreti riguardano: 
- il sistema di formazione iniziale e di accesso all'insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado;
- la promozione dell'inclusione scolastica degli alunni con disabilita';
- la revisione dei percorsi dell'istruzione professionale;
- l'istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni;
- il diritto allo studio;
- la promozione e la diffusione della cultura umanistica;
- il riordino della normativa in materia di scuole italiane all'estero;
- l'adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e degli Esami di Stato.

Per la revisione del Testo unico sulla scuola sara' previsto un disegno di legge delega specifico e successivo. I provvedimenti vanno ora alle Commissioni parlamentari competenti e in Conferenza Unificata per l'apposito parere

Ecco in una sintesi del Miur il contenuto dei decreti attuativi della buona scuola approvati oggi in consiglio dei ministri.

Formazione iniziale e accesso all'insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado. Oggi chi vuole insegnare nella scuola secondaria di I e II grado deve abilitarsi, dopo la laurea, attraverso il tirocinio formativo attivo (TFA). L'abilitazione consente di accedere alla seconda fascia delle graduatorie di istituto per fare le supplenze. Per il ruolo occorre attendere e superare un concorso. Il decreto prevede che dopo la laurea si partecipera' ad un concorso. Chi lo superera' si inserira' in un percorso di formazione di tre anni, due dei quali fatti anche a scuola. Il percorso si concludera', dopo il terzo anno, con l'assunzione a tempo indeterminato. Il decreto riguarda le future e i futuri insegnanti e prevede una fase transitoria per chi oggi e' gia' iscritto nelle graduatorie di istituto.

Inclusione scolastica. Semplificazione e snellimento delle pratiche burocratiche, maggiore continuita' didattica e formazione del personale docente e della comunita' scolastica, costruzione di un progetto di vita che coinvolgera' piu' attori della societa' che collaborano in rete. Sono questi i punti cardine del decreto sull'inclusione scolastica, provvedimento che propone un cambiamento culturale mettendo al centro le alunne e gli alunni con disabilita', per i quali la scuola, coinvolgendo tutte le sue componenti, elabora un progetto educativo individuale. Non sara' solo la gravita' della disabilita' a determinare le risposte offerte delle alunne e degli alunni: si cerchera' di determinare in senso piu' ampio i loro bisogni. L'attivita' di presa in carico degli alunni sara' piu' condivisa: la scuola fornira' al nuovo Gruppo di Inclusione Territoriale il Piano di inclusione, la valutazione diagnostico-funzionale e il progetto individuale per l'alunno che costituiranno la base delle richieste all'Ufficio scolastico regionale. Insegnanti di sostegno piu' formati e preparati, poi, grazie a una formazione iniziale che prevede l'obbligo di 120 crediti formativi universitari (cfu) sull'inclusione scolastica (non piu' 60 come e' oggi) per tutti i gradi di istruzione, 60 prima del percorso di specializzazione e 60 durante, (il doppio rispetto ad oggi). Tutti i futuri docenti avranno nel loro percorso di formazione iniziale materie che riguardano le metodologie per l'inclusione e ci sara' una specifica formazione anche per il personale della scuola, Ata compresi.

Revisione dei percorsi dell'Istruzione professionale. Dare una chiara identita' agli istituti professionali, innovare la loro offerta formativa, superando l'attuale sovrapposizione con l'istruzione tecnica e rispondendo anche alle esigenze delle filiere produttive del territorio. Questi gli obiettivi del decreto che mette ordine in un ambito frammentato tra competenze statali e regionali e punta a ridare dignita' a questi percorsi formativi. I percorsi durano 5 anni: biennio piu' triennio. Gli indirizzi passano da 6 a 11: servizi per l'agricoltura, lo sviluppo rurale e la silvicoltura; pesca commerciale e produzioni ittiche; artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalita' alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanita' e l'assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico. Ogni scuola potra' declinare questi indirizzi in base alle richieste del territorio, coerentemente con le priorita' indicate dalle Regioni. Vengono rafforzate le attivita' laboratoriali: nel biennio piu' del 40% delle ore sara' destinato a insegnamenti di indirizzo e attivita' di laboratorio, ci sara' uno spazio del 10% per apprendimenti personalizzati e per l'alternanza Scuola-Lavoro (dal secondo anno del biennio), il resto delle ore sara' dedicato a insegnamenti generali. Nel triennio, invece, lo spazio per gli insegnamenti di indirizzo sara' superiore (55% per anno) per dare la possibilita' ai giovani di specializzarsi e approfondire quanto appreso nel biennio, nell'ottica di un ingresso facilitato nel mondo del lavoro. Conseguita la qualifica triennale, lo studente potra' scegliere di proseguire gli studi passando al quarto anno dei percorsi di Istruzione Professionale o dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale e conseguire un diploma professionale tecnico. Le istituzioni scolastiche (statali o paritarie) che offrono percorsi di istruzione professionale e le istituzioni formative accreditate per fornire percorsi di Istruzione e Formazione professionale (di competenza regionale) entrano a far parte di un'unica rete, la Rete nazionale delle Scuole Professionali: finalmente un'offerta formativa unitaria, articolata e integrata sul territorio. Il sistema sara' in vigore a partire dall'anno scolastico 2018/2019.

Sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni. La delega istituisce per la prima volta un Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a 6 anni per garantire "ai bambini e alle bambine pari opportunita' di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali". Attraverso la costituzione del Sistema integrato progressivamente si estenderanno, amplieranno e qualificheranno i servizi educativi per l'infanzia e della scuola dell'infanzia su tutto il territorio nazionale. A questo scopo viene creato un Fondo (229 milioni all'anno) per l'attribuzione di risorse agli Enti locali. La delega prevede un Piano di azione nazionale per l'attuazione del Sistema integrato che coinvolgera' attivamente tutti gli attori in campo. Sara' promossa la costituzione di poli per l'infanzia per bambine e bambini di eta' fino a 6 anni, anche aggregati a scuole primarie e istituti comprensivi. I poli serviranno a potenziare la ricettivita' dei servizi e sostenere la continuita' del percorso educativo e scolastico di tutte le bambine e dei bambini. I poli saranno finanziati anche attraverso appositi fondi Inail (150 milioni). È prevista una specifica governance del Sistema integrato di educazione e di istruzione. Al Ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca spettera' un ruolo di coordinamento, indirizzo e promozione, in sintonia con le Regioni e gli Enti locali, sulla base del Piano di Azione Nazionale che sara' adottato dal Governo.

Diritto allo studio. Una nuova governance che garantisca una maggiore partecipazione degli studenti, la promozione di un sistema di welfare fondato su livelli di prestazioni nazionali, misure su libri di testo, tasse scolastiche, trasporti, il potenziamento della carta dello studente IoStudio. Questi i principali contenuti della delega sul Diritto allo Studio. Il provvedimento prevede l'istituzione di una Conferenza Nazionale. Una novita' assoluta che consentira' una governance piu' partecipata: al tavolo ci saranno Associazioni dei genitori e degli studenti, Consulte provinciali degli studenti, il Miur, ma anche Ministero dei Beni e delle Attivita' Culturali e del Turismo, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regioni, Comuni. A partire al 2017 sono previsti 10 milioni di euro per l'erogazione di borse di studio a favore degli studenti iscritti agli ultimi due anni delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, per l'acquisto di libri di testo, per la mobilita' e il trasporto, per l'accesso a beni e servizi di natura culturale. Il Miur stabilisce ogni anno i criteri per il riparto delle risorse. Fra le novita', l'esonero totale dalle tasse scolastiche per le studentesse e gli studenti delle quarte e delle quinte della secondaria di II grado. Si parte nell'anno scolastico 2018/2019 con le quarte. Previste maggiori agevolazioni sui libri di testo, con una spinta per la diffusione del comodato d'uso gratuito alla secondaria di I e II grado. Saranno previste borse di studio per chi frequenta la secondaria di II grado per: libri, trasporti e vitto. Rafforzata la Carta dello studente (IoStudio) che sara' estesa anche a chi frequenta i corsi dell'Afam (Alta formazione musicale e coreutica) e ai Centri Regionali per la Formazione Professionale.

Promozione e diffusione della Cultura umanistica. Il Made in Italy al centro della Buona Scuola. Musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura, grafica delle arti decorative e design, scrittura creativa saranno solo alcune delle arti che verranno potenziate negli istituti scolastici. Le scuole saranno aperte anche a contributi esterni: reti o poli a orientamento artistico e performativo di scuole collaboreranno con l'Indire (Istituto nazionale documentazione, innovazione, ricerca educativa), le istituzioni Afam (Alta formazione musicale e coreutica), le Universita', gli Its (Istituti tecnici superiori) e soggetti pubblici e privati sotto il coordinamento del Miur. Il Miur lavorera' a stretto contatto con il Ministero dei Beni Culturali. La pratica musicale, gia' presente nelle scuole del primo ciclo, verra' potenziata e ulteriormente sviluppata e le scuole secondarie di II grado potranno collaborare con gli Istituti tecnici superiori per progetti di innovazione digitale e tecnologica applicata alla musica. Il patrimonio culturale e artistico italiano puo' essere occasione di crescita per l'Italia se le nuove generazioni sapranno coniugare tradizione e innovazione. Per questo motivo l'alternanza Scuola-Lavoro, prevista dalla legge 107/2015, potra' essere svolta presso soggetti pubblici e privati che si occupano della conservazione e produzione artistica.

Scuole italiane all'estero. Una scuola che formi cittadini italiani anche all'estero, diffondendo e promuovendo il nostro patrimonio culturale fuori dai confini nazionali, cosi' come avviene nelle scuole del Paese: e' questo l'obiettivo del decreto legislativo sulle scuole italiane all'estero. La volonta' e' quella di colmare le distanze, estendendo le innovazioni introdotte dalla Buona Scuola anche negli istituti scolastici che operano fuori dal Paese. Questo si tradurra', per esempio, nell'istituzione dell'organico del potenziamento all'estero, 50 nuovi insegnanti, nuove risorse professionali grazie alle quali si potra' lavorare di piu' su musica, arte o cinema e garantire il sostegno alle alunne e agli alunni che ne hanno bisogno. Le scuole italiane all'estero potranno partecipare ai bandi relativi al Piano nazionale scuola digitale. Per quanto riguarda gli insegnanti Miur e Maeci definiranno criteri e modalita' per la formazione del personale all'estero, per riconoscere un profilo professionale specifico. Il periodo di permanenza fuori dei docenti verra' ridotto dagli attuali 9 a 6 anni per evitare un periodo troppo lungo di distacco dal sistema nazionale. Sono previste maggiori e nuove sinergie con istituzioni ed enti che promuovono e diffondono la nostra cultura nel mondo e, infine, piena trasparenza delle scuole all'estero all'interno del portale unico della scuola.

Valutazione. Nessun cambiamento per gli Esami di Stato di quest'anno. Le novita' entreranno in vigore dagli Esami del 2018.
Esame del I ciclo. Tre scritti e un colloquio saranno le prove previste alla fine della classe terza della secondaria di I grado. Oggi le prove sono sei piu' il colloquio. L'Esame viene riequilibrato e si torna a dare piu' valore al percorso scolastico rispetto al peso delle prove finali. Il decreto prevede: una prova di italiano, una di matematica, una prova sulle lingue straniere, un colloquio per accertare le competenze trasversali. Il test Invalsi (la prova nazionale standardizzata) resta in terza, ma si svolgera' nel corso dell'anno scolastico, non piu' durante l'Esame.
Esame del II ciclo. Due prove scritte e un colloquio orale. Questo il nuovo Esame.Oggi le prove scritte sono tre piu' il colloquio. Lo svolgimento delle attivita' di alternanza Scuola-Lavoro diventa requisito di ammissione. L'Esame sara' composto da: prima prova scritta nazionale che accertera' la padronanza della lingua italiana, seconda prova scritta nazionale su discipline caratterizzanti l'indirizzo di studi, colloquio orale che accertera' il conseguimento delle competenze raggiunte, la capacita' argomentativa e critica del candidato, l'esposizione delle attivita' svolte in alternanza. L'esito dell'Esame oggi e' espresso in centesimi: fino a 25 punti per il credito scolastico, fino a 15 per ciascuna delle tre prove scritte, fino a 30 per il colloquio. Con il decreto il voto finale resta in centesimi, ma si da' maggior peso al percorso fatto nell'ultimo triennio: il credito scolastico incide fino a 40 punti, le 2 prove scritte incidono fino a 20 punti ciascuna, il colloquio fino a 20 punti. La Commissione resta quella attuale: un Presidente esterno piu' tre commissari interni e tre commissari esterni. La prova Invalsi viene introdotta in quinta per italiano, matematica e inglese, ma si svolgera' in un periodo diverso dall'Esame.
Le novita' per le prove Invalsi: si introduce una prova di inglese standardizzata al termine sia della primaria sia della secondaria di I e II grado per certificare le abilita' di comprensione e uso della lingua inglese in linea con il Quadro Comune di Riferimento Europeo per le lingue. Nelle classi finali della secondaria di I e II grado la prova Invalsi e' requisito per l'ammissione all'Esame, ma non confluisce nel voto finale: il punteggio e' riportato nella documentazione allegata al diploma. (DIRE)

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