La buona scuola, "il piano assunzioni non tiene conto dei docenti disabili"
ROMA – Il piano di assunzioni in quattro fasi previsto dalla Buona Scuola di Renzi non tiene conto delle quote riservate ai lavoratori con disabilità dalla legge 68/99: la denuncia arriva direttamente da un'insegnante disabile, C.C., rappresentante del comitato spontaneo “Riservistinruolo”. Riservisti, sì, perché così si chiamano, tecnicamente, coloro che, per la loro invalidità, fruiscono della cosiddetta riserva N, che dà diritto nell'ambito delle assunzioni scolastiche alla riserva dei posti ex legge 68/99.
“La legge 68/99 prevede riserva di posti per i disabili per tutti – spiega C. - Questa legge dice che, quando l'aliquota non è satura, come in questo caso, il disabile entra nella seconda metà dei posti. Ora, il ministero, con il piano assunzioni contenuto nella Buona scuola, non sta facendo funzionare questa legge. L'algoritmo infatti, ovvero il programma utilizzato dal Miur per fare le assunzioni in ruolo, è impostato male, e non tiene conto delle quote riservate”. E il risultato è che “alcuni docenti disabili abilitati riservisti non sono stati assunti, mentre altri sono stati assunti sì, ma in province distanti”. Questo per via di un altro problema ancora, relativo questa volta alla legge 104/92, che invece prevederebbe il diritto alla sede di lavoro più vicina. “Ma anche di questa legge – riferisce C. – la Buona scuola non ha tenuto conto: nella domanda che ci hanno fatto compilare, infatti, la 104 non compare, né c'è la possibilità di indicarla. Chi ha una disabilità anche grave, quindi, ha dovuto segnare, come tutti gli altri, 100 province: con buone possibilità, quindi, che l'eventuale sede di destinazione sia anche molto lontana dalla propria residenza”: un problema molto serio, questo, per tutti quei docenti con gravi disabilità o malattie che necessitano, per esempio, “di terapie salvavita, o chemioterapie, o emodialisi”, riferisce C. Insomma, “per partecipare al piano di assunzioni di Renzi bisogna essere sani”, conclude.
La denuncia del comitato è stata raccolta e rilanciata da Anief, che ha promosso un'azione legale “mirata al pieno rispetto della legge 68/99 che tutela i docenti invalidi, orfani o appartenenti alle categorie ad essi equiparate, tramite il recupero della percentuale di posti garantita dal nostro ordinamento nelle operazioni di immissione in ruolo”. Al ricorso, riservato ai soci Anief, si può aderire fino al 2 ottobre. In tempo, quindi, perché il ministero si ravveda prima dell'inizio della fase C, che sarà avviata a fine novembre e porterà all'immissione di altri 55 mila docenti, “tra cui alcune centinaia con gravi disabilità – riferisce ancora C. – Chiediamo quindi che il governo applichi la legge: la Fish ci ha assicurato il suo sostegno e speriamo che si ponga fine a questa assurda situazione”. (cl)