26 novembre 2024 ore: 13:37
Famiglia

La casa famiglia “non divide, ma ricuce”. Esperienze a confronto

La Fondazione Protettorato San Giuseppe promuove e ospita una mattinata di riflessione e confronto su “I luoghi di ricostruzione dei legami familiari. Tutela del minore, diritto di visita e di relazione”. Appuntamento il 27 novembre
Protettorato San Giuseppe bambino casa famiglia

ROMA - La casa famiglia non strappa, anzi ricuce e ritesse, laddove possibile, i legami familiari. E lo fa con gli strumenti che le norme mettono a disposizione, ma anche con la creatività sociale di chi gestisce le strutture per minori e con la professionalità degli educatori e dei professionisti al servizio dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze e delle loro famiglie.
Di questo e di altro si parlerà domani a Roma, presso la Fondazione Protettorato San Giuseppe, nel convegno “I luoghi di ricostruzione dei legami familiari. Tutela del minore, diritto di visita e di relazione”, organizzato dalla Fondazione stessa e in programma dalle 9 alle 14 (via Nomentana, 341).

Le domande e le risposte possibili

Come ricostruire e rafforzare i legami familiari, nel momento in cui il minore viene allontanato dai genitori? Come favorire e accompagnare il suo rientro in famiglia, scopo ultimo di ogni intervento e decisione? Quali sono gli strumenti per sostenere il minore separato dal suo nucleo familiare e inserito in una casa famiglia? Sono alcune delle domande su cui si confronteranno rappresentanti delle istituzioni, esperti e “addetti ai lavori”: interverranno gli assessori Massimiliano Maselli (Politiche sociali Regione Lazio) e Barbara Funari (Politiche Sociali Roma Capitale), l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza Carla Garlatti, la senatrice Paola Binetti, in rappresentanza della Commissione e la presidente del Croas (Consiglio Regionale Ordine Assistenti sociali) Lazio Elena Addessi.

A mettere in luce le risorse, gli strumenti e anche le difficoltà di questo complesso e fondamentale lavoro di “ricucitura”, interverranno Armando Cancelli, direttore della Fondazione Protettorato San Giuseppe, Pompilia Rossi (avvocato, esperta di diritto di famiglia e minorile) e Nunzia Bartolomei (Assistente sociale specialista). Esperienze e strumenti di lavoro saranno raccontati da Viola Poggini (Esperta in psicologia giuridica e diritto del minore, Consigliera e Segretaria dell'Ordine degli Psicologi del Lazio), Katia Vitri (Assistente sociale Area Minori Municipio II) e Beatrice Bruno (Nucleo Assistenza Legale Caritas Roma). L'esperienza degli incontri protetti e in particolare del Centro per le famiglie del Protettorato sarà raccontata da Daniela Cremasco, Nicoletta Iarussi e Flavio Neciaev, rispettivamente assistente sociale, psicoterapeuta ed educatore professionale all'interno della Fondazione.

Casa famiglia, serve una "narrazione diversa"

L'introduzione dei lavori e le conclusioni saranno affidate alla presidente della Fondazione Protettorato San Giuseppe, Elda Melaragno: “Troppo spesso la casa famiglia viene presentata e raccontata come luogo che divide che “strappa” i figli ai genitori. Il lavoro che noi facciamo ogni giorno va nella direzione diametralmente opposta: l'obiettivo è appunto ricucire, riavvicinare, sostenere i minori e i loro familiari nel momento della difficoltà e della crisi che hanno reso necessaria la separazione. Grazie al lavoro di tutti i nostri professionisti e alle sinergie che abbiamo costruito negli anni, grazie soprattutto alla bella invenzione del centro per le famiglie, vediamo spesso i nostri bambini e i nostri ragazzi rientrare nelle loro case, con i loro genitori, divenuti più forti e consapevoli grazie al percorso compiuto. Questo ci riempie di gioia e di soddisfazione. Interrogarci su quali strumenti e quali strategie possano favorire questo processo, insieme a rappresentanti delle istituzioni ed esperti di queste materie, è fondamentale per fare sempre meglio il nostro lavoro, nell'interesse prioritario dei ragazzi e delle ragazze che accogliamo per un pezzo della loro vita. Le porte del Protettorato sono aperte: invitiamo tutti a venire e vedere cosa siano realmente le case famiglia, come lavorino i nostri operatori, come vivano e crescano i ragazzi e le ragazze che accogliamo e quante volte riusciamo a 'ricucire' quei fili che a volte, per tante ragioni diverse, possono strapparsi. Dobbiamo costruire una nuova narrazione delle comunità per minori, nell'interesse prioritario del minore che la Convenzione per l'Infanzia e l'Adolescenza ci impone”.

Tante sono le storie di “ritessitura” di legami e rientro in famiglia, passate attraverso le case del Protettorato. L'ultima è la storia di tre giovanissimi fratelli, che hanno trascorso quasi quattro anni in casa famiglia e qui hanno trovato un luogo in cui crescere e cucire o ricucire legami. Recentemente hanno lasciato il Protettorato, per riprendere la loro strada, chi con il papà, chi con la famiglia affidataria. Qui la loro storia.

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