30 ottobre 2014 ore: 14:52
Disabilità

La "casa" senza reticolati dove i ragazzi autistici imparano l'autonomia

A Forlimpopoli la più grande realtà italiana dedicata all’autismo e al disagio psichico, dove i ragazzi vengono impiegati anche nella serra e nella stalla. Struttura residenziale e centro diurno voluti dalle famiglie Fornino e Valmori, che hanno dato vita all’omonima fondazione per il futuro dei loro figli
Forlimpopoli 22 ettari per il "dopo di noi" - foto 1
Forlimpopoli 22 ettari per il "dopo di noi" - foto 1

BOLOGNA - Quello che colpisce quando arrivi è che non ci sono cancelli. Chiaro che il giardino della villetta dove per un po’ abitano i ragazzi è recintato, ma per il resto nessuna gabbia. Questo perché alla Fondazione ForninoValmori, la più grande realtà italiana dedicata all’autismo e al disagio psichico, credono che agli ospiti servano “spazi senza reticolati” per potersi esprimere al meglio, “in un luogo che non sia chiuso in se stesso ma aperto a tutti all’insegna dell’integrazione con chiunque voglia venire a trovarci”, dice Vincenzo Fornino, uno dei due fondatori, intervistato per il numero 10/2014 di SuperAbile Magazine, la rivista dell'Inail sulla disabilità. E poi questo “villaggio protetto” inaugurato un anno fa è lontano dalla strada, immerso nel verde tra le campagne di Forlimpopoli e le colline di Bertinoro (in provincia di Forlì-Cesena), e i ragazzi autistici o con disagio psichico sono costantemente seguiti dagli operatori. 

Forlimpopoli 22 ettari per il "dopo di noi" - foto 2

Così che Nicolò, Andrea, Roberto, Leonardo, Tiziano, Stefano e Davide, se vogliono, possono andare tranquillamente in giro per la serra, i campi sportivi e il maneggio sempre sotto l’occhio vigile di due psicologi, due educatori e tre operatori sociosanitari che si alternano nelle 24 ore. Ecco allora che capita di imbattersi in uno di loro che porta una carriola, mentre un altro sorride nel farsi spingere dentro un carrello. Ma gli ospiti sono liberi anche di guardare la tv, di prendersi un bicchiere d’acqua, di stare seduti sul divano o sul dondolo proprio come fossero a casa propria. Una casa che alla Fondazione ForninoValmori è una bella villetta su due piani dove ognuno ha la propria stanza e il proprio bagno, mentre la cucina e il salotto sono in comune. Infatti in questo centro residenziale con 20 posti letto (otto per l’autismo e dodici per il disagio psichico in due strutture separate), i ragazzi vivono insieme per qualche settimana o qualche mese scandendo il ritmo delle giornate – dalla sveglia ai pasti fino all’ora di andare a dormire – e seguendo le attività proposte dalla cooperativa sociale Insieme per crescere, creata ad hoc per gestire questa realtà. 

Forlimpopoli 22 ettari per il "dopo di noi" - foto 3

La struttura, inoltre, funge anche da centro diurno per le persone con disagio psichico e da luogo di stage ai fini dell’inserimento lavorativo. Oltre al cosiddetto “sollievo”, “l’obiettivo delle famiglie che dal territorio ma soprattutto dal resto d’Italia portano qua i propri figli – e che possono fermarsi per qualche giorno soprattutto durante l’inserimento – è quello di aumentare o recuperare la loro autonomia personale e domestica nonché le capacità di relazione”, spiega Galeazzo Garavini, coordinatore socio sanitario. “Noi lavoriamo secondo progetti individualizzati e in base a un ventaglio di attività occupazionali che vanno dall’ippoterapia e dalla riabilitazione equestre a tutto quello che riguarda i prodotti della terra, dal laboratorio di ceramica al mantenimento delle abilità scolastiche, passando per un po’ di palestra e di sport all’aria aperta fino al portare la propria roba sporca in lavanderia. Inoltre una volta a settimana vengono un fisiatra, un terapista della riabilitazione e, a richiesta, un medico di base che è anche psichiatra”. 

- La struttura nasce grazie a due famiglie di imprenditori agricoli, i Fornino e i Valmori, decise a dare un futuro sia ai propri figli sia a quelli degli altri. Vincenzo Fornino è il papà di Antonio, un 42enne che soffre di disagio psichico, mentre Edo Valmori lo è di Nicolò, un ragazzo poco più che ventenne affetto da autismo. I due pian piano maturano l’idea di dover fare qualcosa per quello che viene chiamato il “dopo di noi”, perché non sono soddisfatti dei centri visitati fino a quel momento. Nei primi anni Duemila prende piede la convinzione che una fondazione sia la strada giusta, e così investono gran parte dei loro risparmi in questo progetto totalmente a capitale privato nonostante, da statuto, i futuri garanti della struttura – quando le due famiglie non ci saranno più – siano i comuni di Forlimpopoli e Bertinoro. “Abbiamo deciso di convertire i nostri averi in capitale sociale perché altrimenti sarebbero andati dispersi. E lo abbiano fatto aprendoci all’esterno. Un’apertura nuova che significa sia integrazione dei ragazzi con il territorio sia possibilità di autofinanziare la cooperativa Insieme per crescere”, commenta il signor Fornino. Da qui il ristorante Fiori di zucca, la vendita dei prodotti coltivati e magari anche di quelli di ceramica, le lezioni di equitazione per tutti, lo stallaggio dei cavalli, il noleggio dei campi da calcetto, basket, pallavolo e tennis, l’affitto degli spazi per feste, convegni o ambulatori, la raccolta di vestiti, mobili, giocattoli e libri. Ma anche un centro estivo per i bambini della zona, anche disabili, che ha funzionato da giugno a settembre. E in futuro la lavanderia (nonché stireria) dovrà trovare alcune commesse esterne, così come si lavorerà per rendere operativa anche una piccola sartoria. Senza nascondere i ritardi e le difficoltà di una realtà che, in fondo, ha appena compiuto il suo primo anno di vita. 

Il villaggio in cifre. Finora otto ospiti residenziali (tutti autistici non verbali), cinque persone con disagio psichico seguite dal centro diurno e una decina di richieste per i mesi futuri. E poi 22 ettari di terreno tra maneggio – con una ventina di cavalli –, serra, farmer’s market, laboratorio di ceramica, campi sportivi, e 6mila metri quadrati al coperto tra appartamenti, palestra, spazio infanzia e per l’analisi comportamentale applicata, ristorante, lavanderia, parrucchiere, due sale convegni. (Michela Trigari)

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