28 febbraio 2016 ore: 12:54
Salute

La "casa sull'albero", spazio d'ascolto per i genitori di adolescenti con disagio

Il progetto lanciato dalla comunità alloggio Piccoli Passi di Lecce. Nel giardino sorgerà un luogo che ospiterà famiglie, ragazzi e vicinato, per favorire le relazioni e prevenire le psicopatologie: dalle nuove dipendenze agli stati depressivi
piccoli passi psichiatria

BOX LECCE - Vista dall’alto sarà una vera e propria casa sull’albero: una struttura al termine di un vialetto fatto di mosaici che simboleggia il tronco, con cespugli e piante a rappresentarne la chioma. Si propone come un servizio di sostegno alla famiglia e alla genitorialità, di promozione del benessere e di prevenzione del disagio il progetto che sta realizzando a Lecce il Settore Salute mentale e disabilità della Comunità Emmanuel. “Piccoli Passi”, struttura offerta in convenzione dal comune nel 2010, è presente a Lecce nel quartiere S. Rosa da oltre vent’anni, nata come casa famiglia e impegnata dunque da circa cinque anni come struttura riabilitativa residenziale, per rispondere al bisogno di riabilitazione psicosociale dei cittadini con disagio. “Al momento non abbiamo l’accreditamento ma l’autorizzazione all’esercizio – spiega Maria Valeria Calò, responsabile di settore -, e lo spazio per far risiedere fino a otto persone. Chi ha bisogno contatta il nostro centro ascolto e viene indirizzato in primo luogo al centro igiene mentale. Di solito arrivano genitori stanchi e delusi che desiderano trovare sul territorio risposte al loro bisogno”. Al momento nella comunità alloggio risiedono sei donne con problematiche psichiatriche, impegnate in percorsi riabilitativi personalizzati mirati allo sviluppo delle autonomie e in progetti di crescita e maturazione attraverso un approccio metodologico integrato rivolto alla persona e in cui l’accogliere e condividere, proprio della Comunità Emmanuel, è sostenuto anche dalla MusicArTerapia nella globalità dei linguaggi.

“Al di là della diagnosi, che non è esaustiva della storia individuale – sottolinea Calò -, ci interessa il lavoro con le persone: cerchiamo di aiutare ciascuno a imparare a gestire se stesso, il proprio ambiente, gli spazi interni ed esterni in un movimento avanti/dietro, dentro/fuori che permette di conquistare un benessere nell’integrazione del vissuto con l’ambiente circostante e la vita”. E’ questa la logica che ha guidato la comunità Piccoli Passi nella progettazione realizzata negli anni: riallacciare legami e relazioni abbandonate, nella famiglia, nella scuola e nel territorio coinvolgendo studenti, persone ospiti della comunità e ragazzi con disagio psicosociale (progetto Emergenza T.e.r.r.a); promuovere integrazione e inclusione sociale con l’orticoltura terapia nel giardino della comunità, insegnando il prendersi cura, il rispetto dei tempi, la costanza, incrementando l’autostima e, non ultimo, con la formazione al lavoro (progetto Natural Mind).

Ora il progetto casa sull’albero “nasce dall’esigenza di intercettare tempestivamente le difficoltà di adolescenti e famiglie prima che si traducano in patologie - precisa Daria Borsetti, psicoterapeuta presso la comunità “Piccoli Passi” -. Nel giardino della comunità, la casa sull’albero sarà uno spazio d’incontro e confronto per adolescenti, famiglie, persone con (e senza) disabilità, per superare insieme l’emarginazione prodotta dai processi di etichettamento, dallo stigma sociale”. Il percorso verso la casa sarà dunque il tronco dell’albero che conduce al dialogo e alla convivialità, allo scambio di risorse e affetti, alla cittadinanza attiva. “Molte delle problematiche psicologiche emergono in età adolescenziale, – afferma Borsetti - buone relazioni familiari e con il territorio possono incidere, quali fattori protettivi, sull’esito psicopatologico. Per questo è urgente impegnarci nella promozione della salute e nella prevenzione del disagio che si può manifestare attraverso una varietà di forme - bullismo, nuove dipendenze, disturbi del comportamento alimentare, crisi esistenziali, stati depressivi - e offrire ai giovani e alle famiglie strumenti utili a riconoscerne i segnali, a fronteggiare le difficoltà e a costruire una rete sociale di sostegno reciproco”. (sm) 

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