La crisi colpisce il ceto medio: famiglie sempre più impoverite
ROMA – La crisi continua a mordere il ceto medio con un costante calo dei redditi e un progressivo impoverimento delle famiglie. Lo confermano i dati del primo rapporto sui redditi degli utenti dei Caf Acli. L’indagine, realizzata su un campione di oltre 1 milione e 400 mila dichiarazioni nel 2011 (che costituiscono il 3,3 per cento del totale dei contribuenti Irpef, e ben il 7,5 per cento se si prende in considerazione solo il modello 730), sottolinea che il calo dei redditi dei contribuenti è “inequivocabile”. “Se è vero che in quattro anni, a livello nazionale, i redditi medi dichiarati sono cresciuti nominalmente di poco meno di 900 euro, ovvero del 4,02 per cento, applicando tuttavia i coefficienti di rivalutazione, i redditi dichiarati nel quadriennio esaminato risultano in calo a livello complessivo (-1,08 per cento)” –si legge nel rapporto. La diminuzione riguarda in particolare quelli da lavoro dipendente (-3,12 per cento); mentre la crescita dei redditi da pensione è molto ridimensionata (+3,67 per cento) “Rimanendo ai valori rivalutati, e guardando alla media complessiva, si conferma, in altre parole, il trend in discesa avviatosi già nel 2009 e mantenutosi successivamente sino al 2011” continua l’indagine.
Famiglie sempre più povere: si consolidano redditi da lavoro a scapito di quelli da fabbricato. L'impoverimento delle famiglie è anche confermato da un altro dato: il campione Acli evidenzia una tendenza verso un ulteriore consolidarsi dei redditi da lavoro dipendente e assimilati (+0,2 punti), a scapito dei redditi da fabbricati (-0,1 punti) e altri redditi (-0,1 punti). Questo trend risulta leggermente più intenso tra le coppie bi-reddito (+0,3 punti) e i vedovi (+0,4 punti).
Detrazioni: spese sanitarie e assicurazioni per la vita le più richieste. Per questo il rapporto del Caf Acli si focalizza sull’efficacia delle politiche fiscali per ridurre le disuguaglianze. Vengono proposte alcune osservazioni sulle cosiddette tax-expenditures, le agevolazioni e le esenzioni fiscali, che invitano a riflettere su come evitare che tale sistema diminuisca il grado di equità dei sistemi tributari, dando maggior beneficio ai soggetti più ricchi. Il rapporto conferma che a fronte di un numero elevato di categorie di oneri detraibili, quelle per le quali viene richiesta detrazione da un numero elevato di soggetti sono poche: spese sanitarie (64 per cento di contribuenti), assicurazioni sulla vita (23 per cento), mutui ipotecari (15 per cento), spese di istruzione (6 per cento), spese attività sportive (6 per cento). “Nelle famiglie popolari, questo è il dato da cui partire, sono molti a richiedere la detrazione, ma le spese sono molto concentrate –sottolinea l’indagine - Per molte detrazioni, sicuramente quelle maggiormente utilizzate, si osserva un aumento della quota di contribuenti che chiedono la detrazione e un aumento dell’onere medio al crescere della classe di reddito, configurandosi così un chiaro problema di equità verticale del sistema fiscale”. La detrazione incide in media l’1,1 per cento del reddito lordo (per le classi di reddito tra 15.000 e 20.000 euro, le detrazioni d’imposta valgono l’1,4%).Nel caso degli oneri deducibili, due sono le categorie più rappresentate nel campione: contributi previdenziali ed assistenziali obbligatori, contributi per previdenza complementare esclusi dal sostituto. Anche in questo caso, la concentrazione rimane elevata (per i contributi obbligatori, il 42 per cento dei contribuenti richiede la deduzione).
Lavoro e famiglie, detrazioni più elevate per i redditi tra 15-20 mila euro. La ricerca osserva, invece, che le detrazioni per lavoro e carichi famigliari decrescono al crescere del reddito, mostrando il carattere più “equitativo” della misura fiscale. Nel 2011, la detrazione per la fascia 15.000-20.000 euro per lavoro ammonta a 1.220 euro (7 per cento del reddito) e scende a zero per i redditi sopra i 75.000 euro. Sempre nel 2011, la detrazione per la fascia 15.000-20.000 euro per carichi di famiglia ammonta a 891 euro (5% del reddito) e scende a 171 euro per i redditi sopra i 100.000 euro. Vengono, inoltre, effettuate alcune simulazioni sulle detrazioni per le famiglie. Ad esempio, viene considerato l'effetto dell'aumento della detrazione per carichi famigliari previsto dalla normativa Irpef. Fino al 2012 la detrazione potenziale per figli a carico era pari a 800 euro per figli di età superiore a 3 anni e numero di figli inferiore a tre. Dal 2013, questa detrazione sale a 950 euro. Per figli di età inferiore a 3 anni, la detrazione passa da 900 euro fino al 2012 a 1.220 euro dal 2013 Se i figli sono più di tre spetta una maggiorazione di 200 euro per ogni figlio, invariata tra 2012 e 2013. La maggiorazione per figli disabili passa invece da 220 euro fino al 2012 a 400 euro a partire dal 2013. (vedi lancio successivo)