10 gennaio 2014 ore: 12:22
Salute

La denuncia: sostanze tossiche nei prodotti medicali per bambini disabili

Si chiamano ftalati e sono classificati come sostanze estremamente preoccupanti dalla normativa europea: la legge italiana ne vieta l’uso nella produzione di giocattoli, ma non nei sondini e i cateteri destinati ai bambini malati. La richiesta a Lorenzin: si cambi la legge, il rischio è troppo alto
Lettere giocattolo

boxROMA – Sono vietati nella produzione dei giocattoli, ma presenti nei prodotti medicali destinati ai bambini malati o disabili: si chiamano ftalati e sono “classificati come sostanze estremamente preoccupanti (Svhc) dalla normativa europera Reach del febbraio 2011”. A scoprire e denunciare la situazione è la mamma di un bambino disabile, Chiara Paolini, che dopo aver raccolto informazioni e documentazioni, ha subito diffuso la notizia tra i gruppi Facebook sensibili alla questione. “Oggi – racconta sul suo profilo - ho ritirato come al solito una fornitura di sondini da aspirazione per mio figlio Emanuele, disabile grave di 5 anni, che li usa, assieme ai sondini nasogastrici, ogni giorno da quando aveva pochi mesi. Il prodotto era lo stesso, ma per la prima volta sull’etichettatura era scritto ‘Contiene Ftalati’. Mi sono ricordata che gli ftalati sono stati vietati nei giocattoli e nei prodotti per bambini perché sono tossici, causano il cancro e problemi alla fertilità. Ho controllato ed è così: in Italia, ai sensi dell'art. 16 del Decreto legislativo 14 settembre 2009 n. 133, il fabbricante e l'importatore che immettano sul mercato giocattoli con concentrazione di ftalati superiore allo 0,1% incorrono in una sanzione penale che prevede l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda da 40.000 a 150.000 euro. Ho controllato tutti i nostri sondini: contengono tutti ftalati, precisamente il Di-2-etilesilftalato,  che è classificato come sostanza altamente tossica e cancerogena, vietato dalla Food and Drugs per l'uso sui neonati e bambini”. Eppure, la maggior parte dei cateteri e dei sondini pediatrici contengono queste sostanze. “Esistono anche quelli senza ftalati – precisa Chiara Paolini – solo che costano di più. Le Asl, quindi, per risparmiare qualche soldo non esistano a fornire sondini tossici e cancerogeni”. 

Il primo appello va quindi ai genitori e ai caregiver: “Controllate i sondini – raccomanda Chiara – Per riconoscere la presenza di ftalati, basta vedere l’etichettatura: se nel triangolo c’è scritto Pht e fuori Dehp, si tratta di sondini pericolosi”.  L’appello però deve arrivare anche a chi avrebbe la possibilità di cambiare la normativa, vietando l’impiego di queste sostanze tossiche nella fabbricazione di prodotti medicali. Così, la “grave preoccupazione e indignazione” suscitate dalla notizia diffusa da Chiara Paolini sono confluite in una lettera indirizzata al ministro Lorenzin, il cui fac simile è stato messo in rete, affinché tanti possano compilarla e inviarla a proprio nome. 

“La Francia – si legge nella lettera – ha già vietato nel 2012 l’uso degli ftalati nei reparti di cure neonatali, pediatriche ed ostetriche. La corrente normativa italiana, invece, prevede solo l'etichettatura dei dispositivi. Questo significa che molti o moltissimi pazienti, genitori ed operatori potrebbero non essere consapevoli che il prodotto che usano contiene ftalati pericolosi. Il Comitato scientifico dell'Unione Europea, nel 2008, in ‘Rischi per la salute emergenti e recentemente identificati’ (SCENIHR) ha analizzato la sicurezza del Dehp nei presidi medicali, concludendo che certe procedure mediche in pazienti ad alto rischio espongono a livelli di Dehp significativi per la salute, ritenendo che questi pongano un effettivo pericolo sanitario e suggerendo alternative già presenti in commercio. Gli ftalati sono presenti in numerosissimi presidi medici plastici utilizzati negli ospedali pediatrici, in reparti di pediatria, ostetricia e ginecologia e nell'assistenza quotidiana domiciliare ai bambini disabili. Questi presidi possono essere temporanei, ma anche impiantati direttamente nel corpo o tenuti in esso in permanenza per anni. La legge italiana prevede l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a 150.000 euro per il fabbricante o l'importatore di giocattoli che contengano ftalati.(…) Questa lodevole attenzione e cura per l'infanzia non trova affatto riscontro per quanto riguarda i bambini malati, o quelli che sono ancora nella pancia della mamma! Anche solo per infondere una banale reidratazione in un bambino con una gastroenterite si può mettere e tenere un sondino nasogastrico con Dehp per qualche giorno (…). Come se ci si fosse dimenticati di loro, questi piccoli vengono invece esposti continuamente a prodotti cancerogeni, mutogeni e tossici, pur esistendo in commercio un'alternativa. E tutto questo solo per una mera carenza di normativa, che equipari i giocattoli a oggetti ben più necessari”. 

La richiesta è quindi che “sia urgentemente colmata la carenza normativa, vietando l'utilizzo di Pvc e Ftalati nei presidi medicali, almeno per le categorie di neonati, bambini e donne incinte”. Si chiede inoltre che “vengano sostituiti, nel minor tempo possibile, tutti i presidi medicali a permanenza che contengano ftalati, in tutta la popolazione pediatrica e nelle donne in stato di gravidanza, che ne stanno facendo uso” Infine, “sia presa in considerazione la completa eliminazione dei prodotti contenenti PVC e ftalati in tutti i prodotti medicali destinati a tutta la popolazione, quando esistano alternative non tossiche o con rischio più basso”. La lettera si conclude con l’auspicio di una “pronta risposta ed azione in merito alla questione, che sento importante per tutta la popolazione italiana, impellente per quella pediatrica, ma imprescindibile e di gravissima urgenza per i bambini con disabilità”. (cl)

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