La "fame nascosta". L'Europa alle prese con la carenza di iodio
MILANO - Anche l'Europa soffre una particolare forma di fame. Il Vecchio continente è l'area del mondo che più ha carenza di iodio nella sua dieta: ne soffre il 45% della popolazione continentali. Nei casi più gravi, in particolare nei primi mille giorni di vita, questo può portare i neonati a sviluppare deficit intellettivi che si porterà appresso tutta la vita. Lo rivela l'approfondimento dell'indice globale della fame curato dal Cesvi quest'anno, incentro sulla "fame nascosta" ossia la carenza di elementi nutrizionali anche quando la quantità di cibo ingerita è sufficiente.
A spiegare le cause di questa condizione europea è Catherine Leclercq, nutrizionista dell'agenzia delle Nazioni Unite Fao. "Il problema è legato alla povertà di iodio nei terreni agricoli - dice - per questo la Fao ha dato come raccomandazione all'Europa di far ionizzare il proprio sale". Il rischio, appunto, è che negli anni i disturbi alimentari tra gli europei aumentino.
Oltre alla carenza di iodio, le altre riguardano la vitamina A (condizione che puó portare fino alla cecità), ferro (che provoca apatie) e zinco (che comporta deficit nel sistema immunitario). La vitamina A manca soprattutto nelle diete di bambini under 5 in Asia e Africa. "Agire sulle mamme con un miglioramento delle diete puó salvare i figli da disturbi", aggiunge Leclercq. Il tasso di bambini che versano in queste condizioni supera il 40% in Africa e arriva al 38% in Asia. Anche l'anemia colpisce soprattutto queste aree: un bambino africano su 5 manca di ferro, in Asia poco meno. "Secondo gli studi della Fao, questo tipo di lacune sono correlate ad un basso indice di sviluppo umano", aggiunge Leclercq. (lb)