La guerra alle spalle, storie e volti di bambini in fuga
BOLOGNA - Un bambino con un quaderno in mano aspetta l’inizio della scuola. Si chiama Hassan, ha 7 anni ed è uno dei bambini siriani che vive nel campo rifugiati di Gawilan, in Iraq, che a fine agosto accoglieva oltre 7.200 siriani. Saleh tiene tra le mani un piccione. La sua famiglia proviene da Iblid, una zona della Siria famosa per gli allevamenti di piccioni e molti rifugiati hanno portato con sé i propri animali quando sono scappati. Da 4 anni Saleh vive in un campo in Libano, ma non ha mai smesso di prendersi cura dei suoi piccioni, proprio come faceva a casa
Foto: Unhcr |
Il piccolo Yusuf fa il bagno in una bacinella rossa aiutato dalla madre Sozan nel campo Kawergosk in Iraq dove sono accolti circa 1.225 siriani. Sono circa 60 milioni le persone che, nel 2014, hanno dovuto lasciare le proprie case, tra loro cica la metà sono minori. Hassan, Saleh e Yusuf sono alcuni di loro. Le immagini che li ritraggono mentre giocano, studiano o compiono gesti quotidiani come il bagno sono pubblicate sul profilo Twitter dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Immagini positive che si contrappongono a quella di Aylan, scappato da Kobane con la famiglia e morto sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia.
Foto: Unhcr |
Chi sono i bambini rifugiati? Dove sono accolti? E cosa fanno? Secondo l’Unhcr (2014) il 51% di tutti i rifugiati nel mondo ha meno di 18 anni. Molte delle immagini pubblicate dall’Unhcr riguardano bambini siriani: solo a luglio di quest’anno sono 50 mila i profughi arrivati in Grecia (più di tutti quelli arrivati nell’intero 2014) e la maggior parte proviene dalla Siria (circa l’80%), Paese che ha oltre 4 milioni di abitanti in fuga dalla guerra e oltre 7 milioni di sfollati interni, gli altri arrivano da Afghanistan e Iraq. Come Melina che stringe tra le braccia un peluche. Lei di anni ne ha 5 ed è scappata con la madre dall’Afghanistan.
Foto: Unhcr |
Oggi entrambe sono state accolte nel centro di accoglienza Elonas aperto a fine agosto in Grecia. E poi ci sono i volti di bambini e ragazzi scappati da soli o con le famiglie da Ucraina, Somalia, Sud Sudan, Mali. Fuggiti da guerra, violenze, persecuzioni o povertà. Come Esther, 17 anni, scappata dalla guerra in Sud Sudan e rifugiata dal 2009 in Kenya. Sorride mentre con la sua uniforme da studentessa, immortalata nella sua classe dice: “Tutto quello che voglio è una vita migliore, non voglio essere rifugiata per sempre, voglio dimostrare che le ragazze possono avere un futuro”. (lp)