La legge sul “dopo di noi” muove i primi passi. Anffas: “Bene, ma è punto di partenza”
ROMA - E’ di questi giorni la notizia dell’emanazione del Decreto di riparto, fra le Regioni, del Fondo relativo alla L. 112/16, ovvero il cosiddetto “durante noi, dopo noi”, per l’annualità 2016. Anffas onlus, Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, che ha seguito la nascita e l’evolversi della legge sin dai suoi primi passi e che di recente aveva segnalato la necessità che si desse rapidamente seguito alla stessa, tramite l’emanazione dei decreti attuativi, esprime “soddisfazione per tale primo passo” e propone alcune riflessioni in merito al Decreto di riparto.
I criteri di riparto. Il parametro preso a riferimento per ripartire le risorse è stato quello di considerare le certificazioni rilasciate ai sensi dell’art. 3 comma 3 Legge n. 104/1992 a partire dal 1 gennaio 2010 ed in riferimento alla fascia di età 18-64. Questo criterio, pur oggettivo, fa rilevare fra le diverse regioni scostamenti nelle certificazioni molto significativi che apparentemente non trovano alcuna giustificazione e che determinano una ripartizione assolutamente penalizzante per alcune Regioni. Anffas si chiede se non sia il caso di approfondire le cause di tali scostamenti o se per le prossime annualità non sia il caso di utilizzare altri parametri più oggettivi, magari omogenei tra i vari fondi speciali dedicati alla disabilità. Non disponendo ancora del testo definitivo del decreto indicante i requisiti di accesso alle misure finanziabili dal Fondo, Anffas predisporrà un documento di approfondimento appena questo sarà reso pubblico.
Ciò che manca alla legge per la sua piena attuazione: il decreto del ministro dell'Economia e delle finanze, da emanare di concerto con il ministro del Lavoro e delle politiche sociali per l’individuazione delle modalità di attuazione delle agevolazioni fiscali e tributarie per i trust, i vincoli di destinazione ed i fondi speciali istituiti con negozio fiduciario, che doveva uscire entro il 24 agosto di quest’anno; il decreto del ministro del lavoro e delle politiche sociali, da emanare di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata, per fissare gli obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare alle persone destinatarie della legge, con scadenza per il prossimo 23 dicembre; le campagne informative al fine di diffondere la conoscenza delle disposizioni della legge e delle altre forme di sostegno pubblico previste per le persone con disabilità grave, a cura della presidenza del Consiglio dei ministri senza alcun termine.
Il ruolo delle regioni. Una volta emanato dai ministeri competenti il decreto di individuazione dei criteri di utilizzo delle risorse e conoscendo la somma assegnata, le regioni “devono adottare senza indugio sia gli indirizzi di programmazione sia gli atti di definizione dei criteri e delle modalità per l'erogazione dei finanziamenti, delle modalità per la pubblicità dei finanziamenti erogati e per la verifica dell'attuazione delle attività svolte, nonché delle ipotesi di revoca dei finanziamenti concessi”.
L’auspicio di Anffas è che con le risorse del Fondo non vengano realizzati semplici “muri”, ma che si prediliga la garanzia al sostegno dei progetti individuali, che garantiscano la migliore qualità di vita possibile alle persone con disabilità destinatarie di tali misure e serenità ai loro familiari. Anffas segnala inoltre che dal decreto risultano escluse le Province autonome di Trento e Bolzano, perché, come espressamente indicato nelle premesse dello stesso, dal 2010 tali Province non accedono alla ripartizione di fondi speciali istituiti per garantire livelli minimi di prestazioni in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Pertanto, Anffas si chiede se la legge n. 112/2016 trovi applicazione o meno, al di là della ripartizione delle risorse, anche nelle Province autonome di Trento e Bolzano, auspicando una chiara risposta da parte del ministero.