7 agosto 2014 ore: 12:34
Giustizia

La mafia dallo psicologo: studiosi italiani lavorano con vittime e collaboratori

La disciplina, sviluppata in Italia, ha successo anche all'estero e proprio un gruppo di esperti italiani interverrà al Convegno internazionale di criminologia a Monterrey, Messico. Giorgi: "Lavoriamo per proporre dei modelli di recupero psicologico"
Psicologia, colloquio con paziente

MILANO – Dentro la testa delle mafie e delle sue vittime. Da 20 anni, in Italia, una squadra di studiosi cerca di comprendere i profili psicologici dei mafiosi e delle vittime di mafia. Camorristi, 'ndranghetisti e mafiosi di Cosa Nostra: ognuno con uno specifico modo di colonizzare il territorio, d'imporsi con la violenza sulle vittime. La disciplina sta prendendo piede a livello internazionale, tanto che lo psicologo Antonino Giorgi (anche membro della Rete antimafia di Brescia) e la sua collega Francesca Calandra sono stati invitati a Monterrey, in Messico, per il diciassettesimo Convegno internazionale di criminologia. "Bande, traffici e insicurezza: come rafforzare le comunità", è il titolo.

Giorgi e Calandra avranno il compito in un'ora e mezza di dipanare la storia delle tre principali mafie italiane e delineare il profilo di un ex 'ndranghetista del crotonese e di un imprenditore vittima di Cosa Nostra. "Stiamo lavorando per proporre dei modelli di recupero psicologico di collaboratori di giustizia e vittime di mafia. Finora le istituzioni in Italia non hanno mai fatto nulla", spiega Antonino Giorgi. I suoi studi prendono le mosse da Girolamo Lo Verso, professore ordinario di psicologia clinica all'Università di Palermo e Caterina Gozzoli, docente di psicologia all'università Cattolica di Brescia. Il loro lavoro propone sedute di psicoterapia di gruppo con due obiettivi. "Per i collaboratori – spiega Antonino Giorgi – quello di ricostruire un'identità al di fuori della comunità criminale. Per le vittime, il modello è lo stesso dei beni confiscati: bisogna farli rivivere senza considerarli vittime. Trasformarli in 'imprenditori', toglierli dal registro delle vittime. L'aiuto psicoterapia non serve tanto a costruire un'identità, quanto a separarsi dal disturbo post traumatico da stress".

Il Messico, dove impazzano i cartelli criminali, ha conosciuto in questi anni l'infiltrazione delle mafie italiane. Soprattutto la 'ndrangheta, principale "multinazionale" del traffico di cocaina. L'atteggiamento psicologico dello 'ndranghetista che parte in missione per la "mamma" – così chiamano la Calabria gli affiliati – è lo stesso, che sia Messico o Lombardia. "Guardano l'ambiente e vedono una futura Calabria – spiega Antonino Giorgi -. Non si adattano, ma trasformano l'ambiente alle loro esigenze. Lo colonizzano, lo depauperano, lo rendono una proprietà della mamma Calabria, da abbandonare quando non serve più". Solo la Commissione regionale antimafia in Lombardia, presieduta da Gian Antonio Girelli, ha finora consultato Antonino Giorgi per pensare ad un intervento psicologico sui collaboratori di giustizia e sulle vittime che stanno in Lombardia. Finora solo un progetto, che verrà discusso a partire da settembre. (lb) 

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