La musica come strumento di integrazione: così si insegna l’italiano ai migranti
BOLOGNA - Utilizzare la musica come strumento di integrazione e condivisione di culture. Questo l’obiettivo di “Il mondo in musica”, progetto della scuola di italiano per migranti e associazione di volontariato Aprimondo – Centro Poggeschi, che si occupa di accogliere i cittadini stranieri adulti attraverso l’insegnamento della lingua italiana. “Il mondo in musica è un’esperienza didattica finalizzata all’apprendimento della lingua italiana e al superamento delle barriere linguistiche attraverso la condivisione di musica e di esperienze a essa legate”, spiega M. Laura Privitera, insegnante di italiano presso Aprimondo, ideatrice e coordinatrice del progetto.
“La nostra scuola di italiano è luogo di confronto, incontro e scambio tra culture, uno spazio dove esprimere diversità e condividere esperienze vissute, con l’obiettivo della creazione di una comunità di persone che si confronti alla pari. Per questo l’associazione cerca di promuovere esperienze didattiche partecipate e aperte al contributo degli studenti, evitando l’insegnamento dall’alto e facendo emergere le esperienze individuali per creare percorsi condivisi”, spiega Morena Sarro, coordinatrice della scuola di italiano per migranti e stranieri. A oggi sono circa 200 gli studenti iscritti ai corsi di italiano, che rappresentano 55 nazionalità, sono soprattutto uomini provenienti dall’Africa occidentale (Gambia, Nigeria, Costa d’Avorio, Ghana, Mali), dall’Asia meridionale (Pakistan) e dall’Ucraina. Molti di loro sono arrivati in Italia da meno di un anno allo scopo di richiedere asilo, cercare lavoro, oppure nella minoranza dei casi, per richiedere la doppia cittadinanza (dall’America Latina). Più della metà ha studiato per meno di 6 anni e in modo discontinuo.
Vincitore del secondo premio del concorso “La buona vernice” e finanziato con 5 mila euro, “Il mondo in musica” si articola in due fasi, la prima partirà venerdì 6 novembre (dalle 17 alle 19) e prevede il laboratorio di costruzione di strumenti musicali del mondo. “In laboratorio costruiremo strumenti tipici africani come la Kalimba, strumento a percussione, il djembe, tamburo a calice, e tamburi a percussioni tradizionali”, dice Jacopo Barone, musicista e costruttore di strumenti musicali tradizionali africani, coordinatore della prima fase. La seconda parte di progetto partirà il 15 gennaio e vede Juan Miranda, ex studente di italiano presso Aprimondo, polistrumentista argentino, specializzato in direzione coro e d’orchestra, Hugo Venturelli, chitarrista cileno, specializzato in canto lirico, e Pedro Judkowski, contrabbassista argentino, come insegnanti. In questa seconda fase, intitolata “Le parole della musica, la musica delle parole” gli studenti verranno guidati nella costruzione di un duplice repertorio: impareranno le canzoni italiane e allo stesso tempo condivideranno con gli altri le melodie dei loro Paesi d’origine.
Entrambi i laboratori si svolgeranno presso l’Happy center della Bolognina (via A. Di Vincenzo 26/f), un laboratorio di comunità del comune di Bologna gestito da Piazza Grande, in convenzione con Asp Città di Bologna. Chiunque è interessato a sostenere il progetto può aderire alla campagna di crowdfunding lanciata dall’associazione dove “non chiediamo soldi, ma materiali di riciclo e basso costo (come palline da ping pong, lattine, tappi di bottiglia in alluminio, pennelli, pennarelli, colori, scarti di stoffe, stampe tipografiche) e strumenti musicali inutilizzati a cui poter dare una nuova vita solidale” conclude Privitera. Per effettuare una donazione scrivere a aprimondo@centropoggeschi.org , con oggetto “Donazione il mondo in musica”. (Cristina Mazzi)