8 luglio 2022 ore: 12:05
Immigrazione

La presenza straniera in Italia. Ius scholae: ne avrebbero diritto 280 mila ragazzi

Rapporto annuale Istat. Al 1° gennaio 2022 gli stranieri residenti in Italia sono 5.193.669. In tre anni sono cresciuti meno di 200 mila unità. Nel 2021 registrata una ripresa delle concessioni di nuovi permessi (quasi 242 mila, +127% sul 2020) e di nuovi documenti per asilo (quasi 31 mila, +129%). Al 1° gennaio 2020 sono oltre 1 milione i minori nati in Italia da genitori stranieri, il 22,7% dei quali ha acquisito la cittadinanza
Minori stranieri, mani bianche e nere - SITO NUOVO

ROMA - Al 1° gennaio 2022 gli stranieri residenti in Italia sono 5.193.669. In tre anni sono cresciuti meno di 200 mila unità. E’ quanto rileva l’Istat nel suo Rapporto annuale 2022.

Ammontano a circa 1 milione e 500 mila le persone che hanno acquisito la cittadinanza italiana al 1° gennaio 2020. I nuovi cittadini hanno un’età media più alta di oltre 4 anni rispetto ai cittadini stranieri residenti e sono soprattutto di origine albanese e marocchina.
“Nell’ultimo decennio si è assistito a una contrazione senza precedenti dei flussi per motivi di lavoro, a una sostanziale stabilità di quelli per ricongiungimento familiare e a una rapida crescita degli arrivi di persone in cerca di protezione internazionale”, evidenzia l’Istat.
Durante il 2021 si è registrata una ripresa delle concessioni di nuovi permessi – in totale quasi 242 mila, +127% rispetto al 2020 – e anche i nuovi documenti per asilo sono tornati a crescere: ne sono stati emessi quasi 31 mila (+129% in un anno).
Sempre nel 2021 la maggior parte dei permessi per asilo e protezione è stata concessa a cittadini del Pakistan (6.090 nuovi documenti rilasciati) seguiti a distanza dai cittadini del Bangladesh (quasi 5 mila permessi) e della Nigeria (oltre 3 mila).

Struttura di genere e distribuzione geografica


La struttura di genere della presenza straniera è nell’insieme equilibrata: il rapporto tra i sessi è di 95 donne ogni 100 uomini. “Il bilanciamento generale cela però forti squilibri all’interno delle diverse collettività – sottolinea l’Istat -: per ucraini e russi la componente femminile supera il 75% della presenza totale. Alcune collettività, come quelle del Bangladesh, egiziana e pakistana, risultano invece sbilanciate al maschile e la percentuale di donne si aggira tra il 28 e il 34%”.
Nel 2021 ha un permesso di soggiorno valido il 47% dei migranti entrati nel 2007. Gli ucraini sono i più stabili sul territorio, i cinesi i meno stabili. Solo il 6,8% ha ottenuto la cittadinanza italiana tra il momento dell’ingresso, nel 2007, e il 2021.

Per i migranti giunti in Italia nel 2012 o nel 2016 la quota di chi ha un documento ancora valido al 1° gennaio 2021 si aggira intorno al 35%. La propensione a stabilirsi in Italia è più bassa tra gli arrivati nell’ultimo decennio.
La comunità romena è distribuita lungo tutta la Penisola secondo un modello insediativo chiaramente diffusivo che supera il dualismo Nord-Sud. Gli albanesi sono insediati soprattutto nel Centro Italia e nelle aree costiere dell’Emilia-Romagna. Per i marocchini, abbastanza presenti sul territorio, spiccano aree a maggiore concentrazione nelle zone nord-orientali, in Emilia-Romagna e nella Val Padana.
I cinesi sono concentrati in zone specifiche come il comune di Roma, l’area di Prato, ma anche alcune aree del Sud e del Nord-est, soprattutto Emilia-Romagna e Veneto. Gli egiziani mostrano un modello insediativo chiaramente metropolitano con due centri maggiori, Roma e Milano.
Gli ucraini presenti nel nostro Paese al 1° gennaio 2021 sono 236 mila e rappresentano la quinta collettività per numero di residenti (il 4,6% di tutti gli stranieri). Sono invece circa 30 mila quelli che hanno acquisito la cittadinanza italiana. La stabilizzazione della presenza ucraina non si è accompagnata a un riequilibro dei rapporti di genere, le donne sono ancora il 77,6% dei residenti.
In base ai dati del Ministero dell’Interno aggiornati all’11 giugno 2022, sono 132.129 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte da febbraio in Italia: 69.493 donne, 20.181 uomini e 42.455 minori.

Famiglie con stranieri e seconde generazioni. Ius scholae, ne avrebbero diritto 280 mila ragazzi

Al 1° gennaio 2020 sono oltre 1 milione i minorenni nati in Italia da genitori stranieri (di seconda generazione in senso stretto), il 22,7% dei quali (oltre 228 mila) ha acquisito la cittadinanza italiana.
Tra il 2011 e il 2020 quasi 400 mila ragazzi stranieri hanno acquisito la cittadinanza per trasmissione dai genitori. Nello stesso periodo si sono registrate oltre 57 mila acquisizioni di cittadinanza per elezione da parte di nati in Italia al compimento del diciottesimo anno di età.
Considerando i requisiti previsti dalla proposta per lo ius scholae, la platea di aventi diritto è stimabile in circa 280 mila ragazzi. Risiede in Lombardia oltre il 25% dei potenzialmente interessati alla variazione della legge.

Gli studenti con background migratorio (stranieri + italiani per acquisizione della cittadinanza) iscritti nelle scuole italiane nell’anno scolastico 2019/2020 superano il milione. Gli alunni con cittadinanza acquisita sono circa 264 mila e rappresentano il 3% degli alunni nelle scuole primarie, il 3,6% nelle scuole secondarie di primo grado e il 3,5% di quelle secondarie di secondo grado.

Nel 2021, le famiglie con almeno uno straniero sono 2 milioni e 400 mila, il 9,5% del totale. Quasi tre su quattro hanno componenti tutti stranieri mentre è mista poco più di una famiglia su quattro.
Più della metà delle famiglie con almeno uno straniero vive nel Nord del Paese, circa un quarto nel Centro e la restante parte nel Mezzogiorno (18,7%).
L’11,3% degli alunni stranieri delle scuole secondarie giudica la propria famiglia abbastanza o molto povera. Si colloca nella modalità intermedia “né ricca né povera” l’84,1% degli stranieri e l’86,3% degli italiani. A sentirsi molto o abbastanza ricchi sono invece il 4,5% degli stranieri e il 9,7% degli italiani.
I ragazzi stranieri hanno percepito il peggioramento della situazione economica durante la pandemia più degli italiani, il 39,1% contro il 28,7%.

Tra gli alunni stranieri delle scuole secondarie, il 78,5% pensa in italiano. “Rispetto all’autovalutazione delle competenze – sottolinea l’Istat -, circa tre ragazzi su quattro dichiarano di parlare e leggere ‘molto bene’ l’italiano, ancora di più sono coloro che pensano di comprenderlo molto bene, meno numerosi invece quelli che ritengono di scriverlo altrettanto bene”.
“Il futuro mi affascina” è la risposta fornita dal 51,6% dei ragazzi stranieri; per le ragazze la percentuale è molto più contenuta mentre assume maggiore rilievo la modalità “il futuro mi fa paura”, scelta dal 38,5% delle alunne e dal 24,0% degli alunni.

Rispetto al Covid-19 i giovani stranieri delle scuole secondarie si dicono molto o abbastanza preoccupati nel 46,4% dei casi mentre l’11,9% è per niente preoccupato (tra i ragazzi italiani la preoccupazione è maggiore). Più in generale, il 34,7% si dichiara molto preoccupato per le malattie (32,7% tra gli italiani).
Al centro dell’attenzione degli alunni stranieri delle scuole secondarie è invece l’ambiente, che preoccupa molto il 60,5% degli intervistati, timore condiviso anche dai ragazzi italiani.
Per molti giovani il futuro è altrove. Il 59% degli alunni stranieri delle scuole secondarie da grande vuole vivere all’estero contro il 42% degli italiani. Questo desiderio è più diffuso tra le ragazze (66,3%) rispetto ai coetanei maschi (52%).
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