La pugile Sakobi e quel gesto per la tregua in Congo
ROMA - La stella del pugilato congolese Marcelat Sakobi è stata sconfitta ai sesti di finale dall'uzbeka Sotiro Tourbekova. L'atleta africana ha quindi visto finire il suo sogno olimpico dei Giochi di Parigi 2024, ma probabilmente passerà alla storia per il gesto compiuto a fine match: l'atleta 29enne, che compete nella categoria 57 kg donne, mentre era ancora sul ring tra il sudore e le lacrime ha portato la mano destra davanti alla bocca, come a volerla serrare, mentre con la sinistra ha simulato il gesto di una pistola puntata alla tempia: un modo, il suo, per denunciare le uccisioni silenziose di civili che da anni proseguono nell'est della Repubblica democratica del Congo, suo Paese d'origine.
Le Nazioni Unite stimano che dal 2004 nel Kivu, dove sono attivi oltre un centinaio di gruppi armati, abbiano perso la vita decine di migliaia di persone, mentre un milione e 200mila sono state costrette a fuggire, lasciando tutto.
Un conflitto che impegna anche l'esercito nazionale, in particolare contro il movimento M23, che negli ultimi mesi ha intensificato gli attacchi arrivando a prendere il controllo di interi villaggi e province. Il governo di Kinshasa accusa il vicino Ruanda di sostenere tale milizia, con l'obiettivo di avere "personale" sul terreno che sfrutta le numerose risorse naturali di cui questa regione è ricca. Accuse sempre respinte da Kigali, nonostante esistano anche report delle Nazioni Unite a confermarle. Stati Uniti e Unione europea hanno inoltre imposto sanzioni contro i vertici del movimento armato.
Una speranza giunge però dalla diplomazia: alla mezzanotte di domenica prossima scatterà una tregua "a tempo indeterminato" tra l'esercito e l'M23 grazie a un accordo raggiunto il 30 luglio tra esponenti del governo congolese e del gruppo armato a Luanda. L'Angola si è infatti fatta promotrice dell'intesa, che sugella una tregua preliminare stretta a inizio luglio, e in scadenza il 31. Altra buona notizia, è il riavvicinamento tra le cancellerie di Kinshasa e Kigali, che a inizio anno hanno accettato di tornare a far parte del 'Processo di Luanda', iniziativa diplomatica promossa dall'Unione africana per ridurre le tensioni nella Regione dei grandi laghi.
Quanto alla tregua tra i militari e i combattenti armati, il governo congolese ha confermato che sarà attivato un meccanismo di monitoraggio che veglierà sul rispetto dei punti chiave dell'intesa, che al momento, stando alla stampa regionale, non sono ancora stati resi noti. Un passo importante, nello spirito della tregua olimpica e della denuncia di Sakobi, entrata nell'olimpo degli atleti che hanno sfruttato i Giochi per portare all'attenzione del mondo i valori della pace e dei diritti umani.
(DIRE)