La social card sperimentale arriva anche a Roma per quasi 3 mila famiglie
ROMA – Ci sono voluti quasi due anni e mezzo, ma alla fine anche Roma ce l’ha fatta: sono 2.793 le famiglie della capitale che potranno contare a breve sulla carta acquisti sperimentale (altrimenti conosciuta come nuova social card) destinata ai nuclei più poveri. La graduatoria definitiva è stata pubblicata nei giorni scorsi e ha posto la parola fine ad una avventura burocratica che durava dal 24 dicembre 2013, data dell’Avviso pubblico che annunciava anche a Roma l’avvio di una misura sperimentale destinata a diventare lo strumento centrale del contrasto alla povertà assoluta nel nostro paese.
Erano state 8294 le famiglie che nel gennaio 2014 avevano presentato domanda: requisiti molto stringenti per accedervi, a partire da un ISEE non superiore a 3 mila euro, dalla presenza di un minorenne dentro il nucleo familiare e da una residenza a Roma datata da almeno un anno. Alla fine, a superare lo scoglio dei controlli è stata appena una famiglia su tre: gli idonei infatti rappresentano il 33,6% del numero complessivo dei richiedenti. Sei domande su dieci (4962, il 59,8%) sono invece state dichiarate “non idonee”: i nuclei familiari che le hanno presentate, cioè, non risultano in possesso di almeno uno dei requisiti previsti dal decreto interministeriale che ha dato il via libera alla sperimentazione. In pratica, domande che nemmeno avrebbero dovuto essere compilate. Per questi esclusi resta comunque aperta la strada del ricorso giurisdizionale al Tar o al Comune. Infine, 247 domande (il 2,9%) erano state escluse preliminarmente (perché presentate fuori tempo massimo, con modulistica sbagliata, e simili) mentre 292 (il 3,4%) risultano “sospese”. Queste ultime riguardano i nuclei familiari che non hanno presentato alcuna documentazione e per i quali non è stato possibile accertare in maniera inequivocabile la veridicità delle dichiarazioni rese in domanda: costoro hanno tempo fino al 30 maggio 2016 per presentare eventuale documentazione a chiarimento delle anomalie riscontrate dall’Inps: oltre tale termine saranno considerate definitivamente “non idonee”.
La graduatoria definitiva, elaborata dall’INPS, recepisce i controlli effettuati dagli Uffici di Roma Capitale (relativamente ai requisiti anagrafici, di residenza, di cittadinanza e ai criteri di precedenza) e le verifiche effettuate dall’INPS (relativamente ai requisiti inerenti la condizione lavorativa, patrimoniale, i trattamenti previdenziali, e le dichiarazioni ISEE). La graduatoria provvisoria era stata pubblicata nel dicembre 2015. Agli interessati non arriverà alcuna comunicazione da parte del Comune. Ai soli nuclei familiari che risultano “idonei” arriverà una comunicazione di Poste Italiane per il ritiro della Carta Acquisti: una volta consegnate e attivate, la responsabilità operativa delle card sarà interamente di Poste Italiane.
Fra le 12 città principali incluse nella sperimentazione, Roma è l’ultima ad arrivare al traguardo. Complessivamente, fra la Capitale, Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Torino, Venezia e Verona risultano coperte circa 9300 famiglie. La somma stanziata era di 50 milioni, 12 dei quali destinati a Roma: cifra che verosimilmente sarà spesa interamente. Nelle altre città – che hanno avuto vicende e risvolti molto diversi gli uni dagli altri – sono stati impiegati circa 26 milioni di euro, il che porta il totale usato a 38 milioni dei 50 disponibili. Con un bilancio di luci e ombre che ha dato però anche spunti interessanti. A cose ormai fatte, resteranno in cassa circa 12 milioni di euro, che andranno a rimpinguare i fondi che il governo ha raccolto per finanziare l’avvio di un più ambizioso e consistente Piano contro la povertà.