14 agosto 2014 ore: 14:54
Disabilità

La storia di Rocco, da randagio a cane guida per ciechi

Dalle strade di porto Cesareo al canile, ha poi trovato finalmente una casa. Ma Igor, addestratore di cani da utilità sociale, lo sta trasformando in una guida fidata per chi non vede. “Un esempio di recupero che chiude un cerchio perfetto, un problema trasformato in opportunità e vantaggio”
cane Rocco

ROMA – Da randagi a cani guida: è la storia di Rocco e Libera, due “cani speciali”, raccontata da Martina Delton, educatrice cinofila. E’ stata lei a trovarli, a fine giugno, a Porto Cesareo, in provincia di Lecce. “Dopo giorni passati a portare cibo a Rocco e Libera – racconta - osservando il loro comportamento in mezzo alla gente, intuisco che sono due cani “speciali”, adatti a qualche utilità come per esempio la Pet Therapy”. Così, decide di portarli a casa dei suoi genitori. “Organizzo il tutto, ma accade l’imprevisto: nel giorno in cui avevo organizzato di prendere Rocco e Libera per portarli dal veterinario per tutti i controlli, Libera viene presa dall’accalappiacani”, mentre Rocco riesce a scappare e, dopo tre giorni di ricerche, Martina riesce a ritrovarlo. Pochi giorni dopo, lo consegna ai genitori: il cane si ambienta subito e mostra un carattere docile e una grande disponiblità a imparare ciò che, giorno dopo giorno, i suoi padroni gli insegnano.

Rocco
cane Rocco

Qualche tempo dopo, arriva una telefonata inaspettata: quella di Igor Facco, istruttore cinofilo specializzato nell’addestramento di cani per persone disabili e cani da ricerca e soccorso. “Mi chiede se può venire a vedere Rocco – racconta Martina, che nel frattempo è riuscita a portare fuori dal canile anche la cagnolina - Mi anticipa al telefono che sta cercando un soggetto da formare come cane guida per persone non vedenti. Mi emoziono subito, pensando che un randagio di strada possa avere una carriera come cane da utilità sociale: che storia eccezionale sarebbe!”. 

Inizia così il percorso di addestramento di Rocco, documentato e aggiornato su Facebook da Martina, che ha aperto l’evento “La storia di Rocco” per “sensibilizzare, far capire che anche i randagi sono cani speciali e che possono fare grandi cose. Vorrei che la voce arrivasse a chi lo ha abbandonato – spiega Martina - a chi lo ha maltrattato, ma anche a chi tutti i giorni vede questi cani ma non fa niente di concreto per cambiare le cose”.

 “Rocco non solo è un soggetto perfettamente sano, ma un cane che presenta tutte le caratteristiche migliori per svolgere il ruolo di cane guida – spiega Igor Facco, addestratore di cani da utilità sociale – Ha un temperamento non eccessivo, buona tempra, mordacità inesistente, scarsissimo interesse per il selvatico, ottima gestione dei rituali nel rapporto con gli altri cani, ottima socializzazione con l’uomo nonostante un trascorso probabilmente non troppo felice. Rocco è un esempio di recupero che chiude un cerchio perfetto, un problema trasformato in opportunità e vantaggio: per tutti quelli che ci hanno creduto e soprattutto per chi ha saputo guardare oltre, il riscatto di un randagio, dalla strada all’utilità sociale. Ogni essere vivente nasce per creare un cambiamento sociale e culturale: Rocco lo ha fatto mettendosi in strada”. (cl)

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