La Toscana si apre ai profughi, ma con il tetto all'accoglienza
All'indomani della strage nel Canele di Sicilia, la giunta della Regione Toscana vara un piano per l'accoglienza dei profughi strutturato su quattro punti. Ad illustrarlo e' il governatore Enrico Rossi che, nell'incontro convocato con la stampa, parla di "una situazione di guerra ai confini dell'Italia", dando merito alle parole di Papa Francesco che nell'inquadrare la situazione come "la terza guerra mondiale in corso in Medio Oriente e in Africa" si dimostra "l'unico che ha detto come stanno le cose". L'Italia, continua Rossi, "con il Mediterraneo confina con questa guerra e con la catastrofe umanitaria e dei diritti che ne consegue". E' per questo che il punto di partenza "dell'azione che vogliamo mettere in campo non puo' che essere un principio di umanita': non possiamo che essere favorevoli ad una giusta accoglienza". Principio, precisa il governatore, che tuttavia deve interessare "anche i cittadini italiani. Solo cosi' si possono evitare tensioni, conflitti e paure", rendendo possibile "l'interazione tra le diverse comunita'".
C'e' quindi bisogno "di fissare un limite all'accoglienza" perche' l'azione sia "sostenibile e rispettosa di chi accogliamo e delle comunita' che devono accogliere". Limite numerico che Rossi fissa in "qualche migliaio. Il numero, comunque, lo stabiliamo in progress, non puo' venire dall'alto" tenendo conto che "c'e' un limite e un salto rispetto al numero di coloro che arrivano, noi non siamo in grado di sostenerlo. Perche' se si parla di 500.000 persone, i piu' ottimisti parlano di 250.000 profughi, diciamo subito che la questione e' di tutt'altra natura che non puo' riguardare la Regione o gli enti locali ma la politica nazionale, internazionale. Risposte cioe' che chiediamo al governo e all'Europa".
Il modello toscano dell'accoglienza a chi fugge dall'Africa "impone dei limiti" e, ecco il secondo punto el piano della Regione, deve essere fatto sulle "piccole strutture, distribuite adeguatamente sul territorio regionale. Non piu' di poche decine di persone per gruppo, affidate alla gestione delle associazioni del volontariato e del terzo settore e con un ruolo di riferimento e coordinamento tenuto dal sindaco del Comune interessato". Un no deciso, quindi "alle grandi strutture, caserme, campeggi o quant'altro".
Per Rossi inoltre "ci deve essere anche un impegno da parte di chi viene accolto a restituire alla comunita' che accoglie un servizio di utilita' pubblica". Tale attivita', precisa illustrando il terzo punto del piano, "dovra' tenersi, senza remunerazione ed e' compito dell'associazione individuare le modalita' concrete di svolgimento di intesa con il sindaco". Per realizzare concretamente questa impostazione l'ultimo punto della strategia parla di "un gruppo di lavoro della giunta regionale composto dalla vicepresidente Saccardi e dagli assessori Salvadori e Bugli che riferiranno direttamente al presidente". Gia' questa per questa sera questa "task force" si riunira' con "l'Anci, e associazioni del volontariato e la prefettura di Firenze che fara' da riferimento alle altre prefetture regionali". (DIRE)