15 novembre 2013 ore: 15:07
Economia

La “vecchia” Social card raggiunge solo un terzo delle famiglie più povere

Dati Istat e Inps sulla Carta acquisti ordinaria a confronto. Dalle istituzioni una risposta insufficiente all’avanzata della povertà: a fronte di 1,7 milioni di famiglie in povertà assoluta nel 2012, poco più di 533 mila beneficiari
Welfare: contrattazione sociale, puzzle con famiglia, associazioni volontari

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Famiglie in povertà assoluta beneficiarie della Carta acquisti

ROMA – L’unico strumento di contrasto alla povertà esistente in Italia, ovvero la Social card, raggiunge meno di una famiglia in povertà assoluta su tre (dove per povertà assoluta, si indicano quelle persone la cui spesa è pari o inferiore a quella minima per acquistare beni e servizi essenziali a uno standard di vita minimamente accettabile). Lo dimostra il confronto tra i dati sulla “vecchia” Carta acquisti – non considerano quindi la card sperimentale in fase di avvio – con quelli della povertà assoluta elaborati dall’Istat. Nel 2012, infatti, a fronte di 1.725.000 famiglie in povertà assoluta e di 4 milioni e 814 mila individui, i beneficiari della social card ordinaria sono stati 533.869. Ma il confronto tra i due dati è impietoso, soprattutto se si prende in considerazione l’andamento della povertà assoluta negli ultimi 5 anni in Italia. Nel nostro Paese, infatti, si elaborano dati sulla povertà assoluta dal 2008, anno della priva rilevazione da parte dell’Istat. Da allora, è tendenzialmente in aumento, con un balzo in avanti senza precedenti dal 2011 al 2012, dove i cittadini in povertà assoluta sono cresciuti in un solo anno di 1,4 milioni di unità.

La povertà che avanza. Nel 2008, anno di nascita della Carta acquisti, la povertà assoluta in Italia contava un milione e 126 mila famiglie, il 4,6 per cento delle famiglie residenti, per un totale di 2 milioni e 893 mila individui, il 4,9 per cento dell’intera popolazione. Nel 2009, l’Istat percepisce un lieve incremento della povertà assoluta: sono un milione e 162 mila le famiglie  in questa condizione (il 4,7 per cento) per un totale di 3 milioni e 74 mila individui (il 5,2 per cento). Nel 2010, invece, le famiglie in povertà assoluta sono 1 milione e 156 mila (il 4,6 per cento) per un totale di 3 milioni e 129 mila individui (il 5,2 per cento). Nel 2011, un ulteriore incremento: un milione e 297 mila famiglie in povertà assoluta (il 5,2 per cento) per un totale di 3 milioni e 415 mila individui (il 5,7 per cento). Infine, gli allarmanti dati del 2012, presentati dall’Istat l’estate scorsa: un milione e 725 mila famiglie in povertà assoluta (il 6,8 per cento) per un totale di 4 milioni e 814 mila individui (l’8 per cento). Dati che mostrano un incremento di ben 599 mila famiglie e un milione 921 mila nuovi soggetti in povertà assoluta dal 2008 al 2012.

Il confronto con la Social card. A fronte dell’incremento della povertà assoluta sul territorio italiano manca un’adeguata crescita di strumenti di contrasto al fenomeno. L’unica misura esistente ad oggi è una Carta acquisti che, nella sua versione ordinaria, prevede un aiuto economico di 40 euro al mese e con determinati requisiti (anziani over 65 e nuclei familiari con bambini con età inferiore ai tre anni), ma soprattutto non riesce a raggiungere neanche un terzo delle famiglie in povertà assoluta. Confrontando i dati Inps disponibili sulla carta acquisti, emerge che nel 2009 i beneficiari siano stati 636.962, per ricariche per circa 236 milioni di euro. Dati non riportati dai rapporti Inps per il 2010, per il difficile iter che ha affrontato la misura, ma che complessivamente, per il periodo dicembre 2008 fino al 2010 fanno contare circa 734 mila beneficiari e ricariche complessive per 500 milioni di euro. Dati che ritornano nei rapporti Inps nel 2011 (con 535 mila beneficiari circa e 207 milioni di ricariche) e nel 2012, dove ai circa 533 mila beneficiari sono stati erogati 208 milioni. (ga)

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