17 giugno 2016 ore: 14:00
Giustizia

La villa del clan Mancuso diventa sede dell’Università dell’antimafia

A Limbadi (Vibo Valentia) lezioni di legalità e innovazione sociale per i giovani che arriveranno dall’Italia e da tutta Europa. Musella (coordinamento antimafia Riferimenti): "Questo è una vittoria, un traguardo storico per la Calabria"
Cerimonia di presentazione Università Antimafia Limbadi

La cerimonia di presentazione dell'Università dell'Antimafia a Limbadi

La firma del protocollo d'intesa tra Musella, Russo e Manzini
La firma del protocollo d'intesa tra Musella, Russo e  Manzini

LIMBADI (VIBO VALENTIA). Quella che è stata una lussuosa villa della potentissima cosca dei Mancuso di Limbadi nel vibonese, attiva in tutta la Calabria e anche oltre i confini regionali e nazionali, sarà la sede dell’Università dell’antimafia, nuovo presidio di cultura e civiltà. L’immobile confiscato è stato assegnato al coordinamento antimafia Riferimenti di Adriana Musella che, per diversi anni, ha lottato perché la grande casa dei boss fosse restituita alla collettività ed avesse una mission ben precisa: la formazione dei giovani sui temi della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. Accanto a Riferimenti ci saranno anche l'Università della Calabria; l 'Asag, alta scuola di formazione dell’Università Cattolica di Milano; l'associazione “Giorgio Ambrosoli”, la Fondazione Caponnetto, la Confapi. 

La cerimonia di presentazione dell'Università dell'Antimafia a Limbadi
Cerimonia di presentazione Università Antimafia Limbadi

“Pedagogia dell'antimafia e innovazione sociale”, questi i temi intorno ai quali si svilupperà l'intero progetto formativo di cui sarà direttore scientifico il magistrato Marisa Manzini che, col suo lavoro alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha inflitto colpi mortali alla cosca dei Mancuso. Del comitato scientifico del nuovo centro studi fanno parte il rettore dell'Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci; Paolo Bertaccini Bonoli, direttore dell'associazione "Premio Giorgio Ambrosoli" ed i giornalisti Claudio Cordova e Arcangelo Badolati, quest’ultimo sarà coordinatore del comitato scientifico. “Da covo di ‘ndrangheta a casa della cultura, l’abitazione di una delle più potenti famiglie criminali della Calabria, i Mancuso, ospiterà giovani provenienti da tutt'Italia e anche da varie regioni europee. Questo è una vittoria, un traguardo storico per la Calabria”.  Lo ha dichiarato Adriana Musella durante la firma dei protocolli d’intesa che avvieranno le attività del nuovo centro studi che sarà composto da due plessi e da un residence.

Gli ospiti presenti alla presentazione dell'università realizzata nella villa dei Mancuso
Gli ospiti presenti alla presentazione dell'università  realizzata nella villa dei Mancuso

A coordinare le attività del campus sarà la preside del liceo “Piria” di Rosarno, Mariarosaria Russo. Dorina Bianchi, sottosegretario del Mibact, ha così commentato la nascita ufficiale della nuova università: “Il migliore anticorpo alla criminalità ed alla ndrangheta è la cultura e la conoscenza. L’università che nasce in una villa confiscata al clan Mancuso, un luogo simbolo per Limbadi e tutta la Calabria, è la migliore risposta che si potesse dare ed il miglior incitamento ai nostri giovani”. Bianchi ha assicurato il suo pieno sostegno all’iniziativa, anche perché essendo stata componente della commissione parlamentare antimafia ha seguito il lungo iter burocratico relativo alla creazione del nuovo ateneo nello stabile confiscato; un lungo percorso, irto di ostacoli e difficoltà, che ha finalmente avuto un positivo e concreto epilogo per i calabresi onesti che vogliono voltare pagina. (msc)

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