31 ottobre 2019 ore: 10:00
Disabilità

Labbra blu, un film sulla seconda vita dopo il coma

di Antonella Patete
Al centro della pellicola il difficile percorso di ritorno alla vita di un giovane, che ha subito un grave incidente stradale. Gabriele, il protagonista, interpreta se stesso accanto a un cast di attori professionisti
Labbra blu, un momento del film

ROMA – Il giovane Gabriele ha subito un grave incidente stradale in seguito al quale è rimasto in coma per molto tempo. Al risveglio si trova ad affrontare la difficile sfida della riabilitazione e del ritorno alla vita. È questo, in sintesi, il soggetto del film “Labbra blu”, presentato in anteprima al cinema Greenwich di Roma. La pellicola, diretta da Andrea Rusich, nasce intorno a una storia vera, quella di Gabriele Valente, che nel film recita la parte di se stesso ed è l’unico attore non professionista presente nel cast. Gabriele, che è entrato in coma dopo un grave incidente stradale, ha dovuto ripensare da cima a fondo la sua vita. Dopo un lungo periodo di riabilitazione, permangono molte difficoltà: ha perso l’uso della parola e una parte del suo corpo è paralizzata.

“Il percorso che ha portato all’elaborazione di questo progetto cinematografico si è svolto nella struttura di reintegrazione familiare assistita del paziente post-comatoso Casa Dago e all'interno dell'Irccs Fondazione Santa Lucia, da decenni all’avanguardia nella riabilitazione” ha spiegato Rusich che, proprio in queste strutture, ha potuto osservare i pazienti durante una delle fasi più delicate del loro percorso di riabilitazione. “Entrando in contatto con i pazienti più giovani mi sono reso conto che esiste una forte continuità tra l’esistenza precedente al comae quella immediatamente successiva – ha aggiunto –. Una continuità cosparsa di sogni, desideri, speranze che accomunano le esistenze più acerbe, quelle più combattive, reattive e ribelli”. Il risultato è un film onesto e, al tempo stesso, poetico, che ruota proprio intorno a quel particolarissimo viaggio che porta i giovani infortunati a ricostruire una nuova identità, diversa ma in continuità con quella precedente.

“Si tratta di un film realmente indipendente – ha commentato Stefano Pierpaoli, project manager del film e anima del progetto Cinemanchìo, nato per diffondere la cultura dell’accessibilità in campo culturale –. Il film, infatti, è costato solo 47mila euro. Ma Labbra blu vuole essere molto più di un film: si tratta di un percorso militante inteso a ripristinare il ruolo culturale e sociale del cinema. La proposta distributiva, che partirà dal prossimo gennaio, sarà sviluppata in forte connessione con le realtà associative e in diretto contatto con le reti collegate all'itinerarioche è stato pensato per questo film”. Nelle prossime settimane il film, che è stato realizzato con la collaborazione dell’istituto Santa Lucia e Casa Dago, sarà reso accessibile, audiodescritto e sottotitolato.

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