11 dicembre 2013 ore: 10:38
Immigrazione

Lampedusa candidata al Nobel, il sindaco: va premiata perché è un pezzo d’Italia

Presentazione a Roma del libro intervista con Marta Bellingreri. Dalla sindaca un nuovo appello:” la risposta al 3 ottobre non sia solo emotiva. La politica non può essere così disumana come si dimostra a Lampedusa”.
Giusi Nicolini

Giusi Nicolini

Roma – “Quando mi dicono della candidatura al Nobel, c’è sicuramente orgoglio per questo, ma vorrei che fosse chiaro che Lampedusa non va premiata perché è anomala ma perché è un pezzo d’Italia”. È quanto ha affermato Giusi Nicolini, sindaca dell’isola, in occasione della prima presentazione a Roma alla Fondazione Lelio e Lisli Basso del libro scritto con Marta Bellingreri dal titolo: "Lampedusa. Conversazioni su isole, politica, migranti", edito dal Gruppo Abele. 

“In un Paese che si arroventa sullo ius soli, noi lampedusani abbiamo il pezzo di carta che dice che siamo cittadini italiani ,ma da noi se devi curarti un cancro, devi venderti la casa – ha continuato – le politiche incidono sul destino dei luoghi di frontiera”.

 

Presentando il volume che è una lunga intervista rilasciata alla scrittrice Marta Bellingreri, la prima cittadina di Lampedusa, che ha ricevuto il Premio Giuntella da Articolo 21, ha ricordato la strage di due mesi fa. “La risposta al 3 ottobre non sia solo emotiva, deve essere logica, politica e umana – ha detto -  La politica non può essere così disumana come si dimostra a Lampedusa. Il fatto che debbano morire tanti migranti in modo che ne arrivino di meno, è qualcosa che non si può accettare e che danneggia anche noi”.

 

Secondo Nicolini, dopo la strage dei 366 morti vicino alle coste dell’isola, “non è cambiato nulla sul piano normativo, ma è cambiato tantissimo sul terreno della consapevolezza della gente”. La sindaca, eletta dal 26% dei Lampedusani, ha ricordato quei tragici momenti. “Dovevo occuparmi di dove conservare i corpi degli annegati, non più riconoscibili, dato che a Lampedusa non c’è l’obitorio e nemmeno ci sono celle frigorifere – ha continuato – Lampedusa indica due cose: l’insopportabilità di quello che accade, ma anche la speranza”. (Raffaella Cosentino)  

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