4 dicembre 2014 ore: 15:46
Giustizia

Lampedusa, "dissequestrare i barconi della morte per creare lavoro"

La proposta del coordinatore regionale della Sicilia di Libera, Umberto Di Maggio, che ne ha parlato oggi a Bruxelles, a margine della conferenza sui proventi dell'economia criminale. I dati sulle organizzazioni criminali in Europa
Immigrati su barcone alla deriva

BRUXELLES - Utilizzare le barche confiscate ai trafficanti di immigrati e agli scafisti per creare una cooperativa che dia lavoro a persone svantaggiate e che operi nel settore della sorveglianza ambientale del Mediterraneo, della pesca sostenibile e della pesca-turismo. Questa l’idea, o dovremmo dire il sogno, raccontato oggi a Bruxelles da Umberto Di Maggio, coordinatore regionale della Sicilia di Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti e che da oltre due decenni è attiva nella lotta contro tutte le mafie.
A margine di una conferenza sui proventi dell’economia criminale in UE tenutasi al Comitato Economico e Sociale Europeo, Di Maggio ha spiegato: “Questo mio sogno per ora non è realizzabile, perché ci vuole un cambio della legislazione italiana per quanto riguarda la confisca delle imbarcazioni che servono alla tratta dei migranti. Secondo le leggi vigenti non sappiamo a chi appartengono queste barche. Adesso   sono sequestrate dalle autorità giudiziarie e, a Lampedusa, sono lasciate in un vero e proprio cimitero, senza che se ne possa fare nulla di buono. I lampedusani lo chiamano proprio il cimitero delle barche. Noi stiamo perdendo una grandissima opportunità - sottolinea ancora Di Maggio - quella di trasformare barconi di morte in possibilità occupazionali”. (Maurizio Molinari)

- Le organizzazioni criminali in Europa. Il coordinatore di Libera cita un collaboratore di giustizia che, parlando di mafia, ha detto: “A scuola siamo tutti contro le mafie, anche i miei figli sono contro. Poi però, quando suona la campanella, nel pomeriggio, quando torniamo nei nostri quartieri, nei luoghi complicati, nei posti di avanguardia, tutti ricominciano a tifare per la mafia, perché la mafia dà lavoro e dà servizi”. E lo fa bene, come spiega lo stesso Di Maggio, perché la mafia si sostituisce al welfare dove il welfare non c’è.

Ma le organizzazioni criminali non sono ovviamente solo quelle attive in Italia. Un rapporto del 2013 dell’Europol ha rilevato che nell’Unione Europea a 27 erano attive ben 3600 organizzazioni criminali, il 70% delle quali svolgeva attività criminose a livello transnazionale. Sono circa 670 miliardi gli euro che ogni hanno sono elusi grazie a questi traffici illegali, 670 miliardi di Euro in meno per le casse di tutti gli Stati membri.
“Se i paesi UE, nei prossimi anni, riuscissero a recuperare anche solo, si fa per dire, cento miliardi l’anno, si tratterebbe di oltre il doppio dei soldi di cui possono disporre grazie ai fondi strutturali dell’Unione Europea”, ha spiegato Uan Mendoza, direttore dell’istituto spagnolo Iscod UGT e membro del Gruppo Lavoratori del Comitato Economico e Sociale. (Maurizio Molinari)

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