14 marzo 2018 ore: 11:32
Immigrazione

Lampedusa, hotspot chiuso dopo le denunce: "Ora cambio di passo sui diritti"

Gli ultimi ad alzare la voce sulle condizioni inumane del centro sono stati Asgi, Cild e IndieWatch che hanno segnalato le violazioni alla procura di Agrigento. Anche Arci aveva stilato un rapporto. Il Garante dei diritti dei detenuti: “Si definisca quadro di regole chiaro e trasparente su sistema hotspot, la cui natura giuridica è ambigua”
Migranti, Hotspot, Lampedusa, rete esterna - SITO NUOVO

ROMA – Il ministero dell’Interno ha temporaneamente chiuso l’hotspot di Lampedusa. La notizia è arrivata ieri sera e segue una serie di denunce fatte nell’ultimo periodo dalle organizzazioni umanitarie e dal Garante dei diritti dei detenuti, Mauro Palma. L’ultima, proprio in questi giorni, è stata quella dell’ Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), la Coalizione italiana libertà e diritti civili ( Cild) e IndieWatch, che dopo un sopralluogo, hanno denunciato il degrado e le condizioni inumane nelle quali sono ospitati richiedenti asilo, rifugiati e migranti. Negli stessi locali, infatti, hanno dormito uomini, donne e bambini ( anche molto piccoli), in  totale insicurezza e in aperta violazione dei loro diritti.

A seguito del sopralluogo del 6 e del 7 Marzo, le tre associazioni tramite i loro legali hanno segnalato tali violazioni alla Procura della Repubblica di Agrigento, alla Prefettura di Agrigento, alla Asl di Palermo, al Garante per le persone private della libertà personale al fine di chiamare la necessità di azionare il proprio dovere di controllo. Infine, a tutela di due nuclei familiari presenti presso l'hotspot, i legali di Asgi e Cild hanno presentato un ricorso di urgenza alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per chiedere l'immediato trasferimento e la messa in sicurezza dei bambini e dei loro genitori. Dopo segnalazioni ed esposti, è stata disposta la chiusura temporanea del centro al fine di rendere i locali idonei a garantire la sicurezza e il rispetto della dignità dei cittadini stranieri accolti. “In ogni caso, tutte le operazioni di identificazione e l'accoglienza apprestata all'interno dell'hotspot necessariamente devono garantire il rispetto dei diritti umani, il divieto di respingimento, l'accesso alla richiesta di protezione internazionale, il divieto di trattnimento o di limitazione della libertà personale” sottolineano le associazioni.

Prima di Cild, Asgi e Indie Watch anche Arci aveva stilato un rapporto sulla situazione del centro. “L’hotspot di Lampedusa torni ad essere utilizzato in modo corretto”, aveva sottolineato anche il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Mauro Palma, dopo la visita di fine gennaio.  “Per quanto riguarda le notizie pubblicate da alcuni organi di stampa sulle criticità riguardanti l’hotspot, peraltro già rilevate dallo stesso Garante nazionale, e sulle tensioni che si sono verificate negli ultimi giorni al suo interno, Palma ribadisce la sua costante attenzione verso la situazione nella struttura dell’isola – spiega in una nota -. In particolare, rende noto di avere avviato da tempo un’interlocuzione con il Ministero dell’Interno, tesa fra l’altro a verificare alcune circostanze particolarmente allarmanti, che saranno al centro del rapporto sulla visita effettuata lo scorso 23 gennaio, di prossimo invio alle autorità competenti e successiva pubblicazione. Gli interventi da realizzare nell’hotspot "non si dovranno limitare a una mera ristrutturazione materiale, pure assolutamente necessaria e più volte sollecitata”. Per il Garante “serve soprattutto porre le basi perché si verifichi un vero cambio di passo sulla tutela dei diritti fondamentali dei cittadini stranieri ospitati nella struttura, a partire dai tempi di permanenza, che devono essere nei limiti, normativamente previsti, delle 48 ore”. Sul piano più generale è ormai tempo che “si definisca un quadro di regole chiaro e trasparente su un sistema - quello degli hotspot - la cui natura giuridica rimane dopo anni ancora ambigua e che rischia di configurarsi di fatto come una privazione della libertà personale senza tutela giurisdizionale”. (ec)

 

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