20 febbraio 2015 ore: 11:19
Immigrazione

Lampedusa, il corrispondente della tv tedesca: "Riprendere Mare Nostrum”

Parla Karl Hoffmann, italiano d'adozione: “L’isola è ricaduta nella stessa situazione di anni fa, con i profughi stipati nel centro d’accoglienza, oppure fuori per strada, al freddo”. E ora gli abitanti temono che sia l'inizio di una nuova ondata
Operazione Mare nostrum, sbarchi, salvataggio immigrati

LAMPEDUSA – “Lampedusa era un posto molto tranquillo l’anno scorso: era tornata a essere l’isola del turismo, un sogno. Dopo la tragedia dell’ottobre 2013, con l’operazione Mare Nostrum non arrivavano più i barconi, perché i profughi erano portati direttamente in Sicilia e Calabria. È andata avanti così fino a fine 2014, quando è cominciata l’operazione Triton”. Karl Hoffmann, origini tedesche ma italiano d’adozione, è seduto nella piazza al centro della piccola isola del Mediterraneo. Lavora come corrispondente per televisione e radio tedesca, e passa buona parte dell’anno a Palermo, per osservare da vicino tutte le dinamiche migratorie che da anni coinvolgono l’Italia. “Lampedusa ha 6 mila abitanti, se aggiungi 3 mila persone scoppia. Ora le barche non sono più intercettate, e dovrebbero arrivare in prossimità dell’isola. La realtà è ben diversa: capita che le si vada a prendere vicino alle coste libiche, viste le condizione precarie dei mezzi, e le si porti a Lampedusa. Così, l’isola è ricaduta nella stessa situazione di anni fa, con i profughi stipati nel centro d’accoglienza, oppure fuori per strada, al freddo”. 

L’isola, il comune italiano più a sud, ha un molo dove attraccano le barche della capitaneria di porto e della Guardia di Finanza: i migranti, poi, sono portati nel centro d’accoglienza: “Fino a qualche giorno fa ospitava 1.300 persone: ne potrebbe accogliere massimo 400. Negli ultimi giorni non ci sono stati arrivi per colpa del brutto tempo, così è decollato un C-130 dell’aeronautica italiana e un bel po’ di persone sono state trasferite sulla terraferma. Ora nel centro sono rimaste circa 700 persone”. Hoffmann racconta di avere incontrato soprattutto ragazzi di 15, 16, 17 anni: dalla Somalia, dall’Eritrea, dal Gambia, arrivati dalla Libia: “Possono uscire, loro sono felicissimi di essere qui. E i lampedusani non si stupiscono più: ci hanno fatto l’abitudine. Il problema è che la capienza del centro d’accoglienza non è mai sufficiente, e le persone finiscono per essere ammassate. Ma la colpa non è dei lampedusani, si badi bene: il centro è gestito dal ministero dell’Interno che lo dà in gestione alle varie cooperative”. 

Ma gli abitanti dell’isola, un timore ce l’hanno: credono che questo sia solo l’inizio di una nuova ondata, che potrebbe anche compromettere la stagione turistica. “Alcuni albergatori mi hanno riferito che già ci sono state le prime disdette. Cominciano anche ad avere paura dell’Isis. E sai cosa rispondono i lampedusani? ‘Qui l’Isis non arriva! Che dovrebbe venirci a fare?’. Insomma, provano a esorcizzare le preoccupazioni. Ma anche la situazione in Libia non aiuta”. Hoffmann spiega che di profughi libici ancora non ne sono arrivati, ma se la Tunisia comincia a bloccare le frontiere, è possibile: “È presto per parlare. Il vero problema, ora, sono tutti quei migranti già in Libia, che lì non hanno più nessuna possibilità di sopravvivere. Quanto all’Isis a Lampedusa… No, il rischio non sussiste”. In realtà, qualche pescatore ha confessato di voler chiedere lo stato di calamità naturale: “Ma non è che una strategia per cercare di ottenere qualche vantaggio”. La necessità, ora, secondo il giornalista tedesco è ripristinare un sistema di salvataggio in alto mare. Riprendere Mare Nostrum, sottolinea, è anche più sicuro, perché le procedure di identificazione cominciano già a bordo: “Peraltro, non mi pare che con la chiusura di mare Nostrum i flussi siano diminuiti. Anzi”, sospira. 

Per strada, Hoffmann racconta di avere incontrato anche il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, che pochi giorni fa ha definito l’operazione Triton “soldi buttati a mare”: “L’ho incrociata mentre parlava con la stampa. Ha ribadito la buona volontà di tutti i suoi cittadini ad accogliere i migranti, ma ha ammesso che la situazione è ingestibile. Sono d’accordo con lei: da chi dovremmo difendere le frontiere? Quello che serve è una missione umanitaria”. (Ambra Notari)

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