Lampedusa, “situazione ingestibile". Il sindaco pronto a proclamare emergenza
ROMA - “E' una situazione ingestibile. Se il governo non proclamerà lo Stato di emergenza per Lampedusa lo farò io. L'hotspot non può accogliere migranti, la responsabilità non può ricadere sui lampedusani”: è l'annuncio disperato, che suona come un avvertimento, del sindaco dell'isola, Totò Martello, dopo gli ultimi sbarchi. Nell'hotspot si trovano in questo momento oltre mille persone, pari a oltre dieci volte più di quanti la struttura potrebbe contenerne.
"Oggi non ci saranno trasferimenti in traghetto verso Porto Empedocle – fa sapere il sindaco - e intanto i barchini provenienti dalla Tunisia stanno continuando ad approdare sull'isola", con decine di migranti sulla banchina, in attesa di conoscere la loro destinazione.
Il sindaco attacca poi Salvini, che “continua a comportarsi da mentitore seriale, sostenendo che quando lui era ministro 'non c'erano più sbarchi': nulla di più falso – afferma Martello - Quando Salvini era ministro gli sbarchi a Lampedusa sono sempre proseguiti, basterebbe leggere i report del ministero degli Interni per verificare quello che sto affermando". E, riferendosi ancora a Salvini: “Se fosse venuto a Lampedusa in quel periodo, quando da sindaco ho più volte chiesto una interlocuzione istituzionale con il Ministero che allora guidava, senza mai avere risposta, avrebbe visto con i suoi occhi le imbarcazioni dei migranti entrare in porto”, Martello replica infine alle accuse del segretario della Lega, Martello conclude: “Mi definisce un 'poveretto': ebbene sì, forse lo sono: mio padre era pescatore, mi ha insegnato ad andare per mare quando ero ancora un ragazzino. Non frequento lidi balneari alla moda in giro per l'Italia, non mi sono arricchito con la politica e vivo ogni giorno insieme ai miei concittadini, nella mia Lampedusa. Sono un pescatore, e sono orgoglioso di esserlo. Lui invece si fa chiamare 'capitano', ma capitano di cosa?”.