13 ottobre 2013 ore: 11:33
Immigrazione

Lampedusa. Unhcr:"Creare luoghi sicuri per lo sbarco"

L’Alto commissario delle nazioni unite per i rifugiati, António Guterres, interviene sull'ennesima tragedia del canale di Sicilia e chiede l'impegno dell'Unione europea: "Lo sbarco non implica necessariamente la responsabilità esclusiva per la presa in carico dello Stato in cui avviene lo sbarco"
Sbarchi, immigrati su una nave in penombra

ROMA - "Sconvolto per la nuova tragedia che ha coinvolto una barca nel Mediterraneo ed è costata la vita ad almeno 26 persone, per lo più donne e bambini". E' quanto ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres sull'ennesima tragedia dello stretto di Sicilia, la terza in poche settimane. Guterres ha elogiato l'azione di soccorso della Guardia Costiera Maltese e dalla Marina Italiana, che ha consentito di trarre in salvo rispettivamente 147 e 56 persone, ma ha ricordato come a bordo della nave naufragata c'erano circa 400 cittadini siriani e palestinesi, molti dei quali mancherebbero tuttora all’appello. “È vergognoso - ha affermato Guterres - assistere ai confini dell’Europa al naufragio di centinaia di inconsapevoli migranti e rifugiati”.

L’Alto Commissario ha espresso particolare preoccupazione per la sorte dei siriani in fuga dal conflitto verso l'Europa. “C’è qualcosa di profondamente disumano in un mondo in cui i cittadini siriani sono costretti a rischiare la vita mettendosi nelle mani di trafficanti senza scrupoli nel tentativo di trovare protezione in Europa - ha affermato -. Sono fuggiti da proiettili e bombe solo per morire prima ancora di poter chiedere asilo". Preoccupano anche le testimonianze di alcuni sopravvissuti, secondo cui, poco dopo essere partiti dalla Libia, sarebbero stati colpiti da proiettili. "L’Alto Commissario auspica che questo incidente possa essere chiarito e che i responsabili vengano assicurati alla giustizia".

Per l’Unhcr è necessario prendere misure urgenti per prevenire ulteriori tragedie: primo intervento urgente riguarda la capacità di ricerca e soccorso in mare nel Mediterraneo, da migliorare al fine di identificare le barche in difficoltà. L'Unhcr chiede anche che i comandanti delle navi impegnate in operazioni di ricerca e soccorso non vengano accusati di favorire l’ingresso irregolare delle persone soccorse o essere sottoposti ad accuse penali. "Vanno creati meccanismi efficaci e prevedibili per l'individuazione di luoghi sicuri per lo sbarco dei rifugiati e dei migranti soccorsi - spiega inoltre l'Unhcr -. È opportuno potenziare le strutture di accoglienza a Malta e a Lampedusa e creare strutture aggiuntive, che prevedano l’accesso all'assistenza e alle cure". Secondo l'Alto commissariato, inoltre, bisogna prevedere meccanismi per cui "lo sbarco non implica necessariamente la responsabilità esclusiva per la presa in carico e l’individuazione di soluzioni da parte dello Stato in cui sono sbarcate le persone soccorse in mare".

Tra le altre richieste anche una protezione internazionale duratura, "che può comprendere meccanismi per una distribuzione/delocalizzazione equa di coloro che vengono riconosciuti come rifugiati o beneficiari di protezione sussidiaria all'interno dell'Unione Europea o il trasferimento in un centro di transito per l’espatrio (Evacuation Transit Centre) sulla base di modelli esistenti, dal quale potrebbe esser possibile realizzare progetti di reinsediamento sia in paesi europei che in paesi non europei". Da potenziare anche la raccolta, l'analisi e la condivisione dei dati sui movimenti via mare nella regione del Mediterraneo, "volte ad accrescere la conoscenza dei percorsi, delle motivazioni e dei profili di coloro che arrivano, possono costituire la base per giungere a decisioni e risposte condivise", e l'individuazione "delle persone coinvolte nel traffico e la tratta degli esseri umani". Tuttavia, per l'Unhcr, occorre rafforzate soprattutto le strategie di protezione nei paesi di primo asilo attraversati dai soggetti che si imbarcano e "incrementare i programmi di informazione sui media locali e lungo le vie di transito, tra cui i punti di ingresso, allo scopo di informare tutti coloro che sono potenzialmente coinvolti dei rischi connessi a ulteriori spostamenti".

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