Lavoratori stagionali, sgombero per la baraccopoli di san Ferdinando
Domenico Madafferi_sindaco di San Ferdinando fermato per concorso esterno in un'operazione anti 'ndrangheta
La tendopoli di San Ferdinando |
REGGIO CALABRIA - Inizia oggi lo smantellamento della baraccopoli sorta accanto alla tendopoli dei migranti di San Ferdinando, la cittadina della piana di Gioia Tauro a pochissimi chilometri di distanza da Rosarno. In pratica si tratta dell’area calabrese dove si concentra la presenza più massiccia di lavoratori stagionali stranieri, la maggior parte dei quali provenienti dall’Africa centrale, i quali trovano occupazione soprattutto nei campi e negli agrumeti della piana. In tutta la zona della tendopoli attualmente risiedono circa 400 persone; un numero comunque approssimativo per una realtà che non è mai stata effettivamente censita. La decisione dello smantellamento della baraccopoli è stata presa dal gruppo di coordinamento costituito da prefettura di Reggio Calabria, procura della Repubblica di Palmi, questura reggina, comandi provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza, vigili del fuoco, amministrazione comunale di San Ferdinando e comuni limitrofi, diocesi di Oppido-Palmi, azienda sanitaria provinciale e associazioni di volontariato. Dopo lo sgombero sarà immediata la bonifica dell’area viste le gravi condizioni igienico-sanitarie venutasi a creare da quando insieme alla tende della protezione civile sono nate anche delle baracche dove i migranti vivono in condizioni a dir poco disumane. Questa prima operazione di sgombero e pulizia, sarà curata dai comuni che insistono sulla zona, in collaborazione con le associazioni di volontariato e il concorso delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco.
La regione Calabria ha assicurato un contributo di 100 mila euro per migliorare le condizioni di vita nella tendopoli. Le risorse regionali “consentiranno di assicurare oltre ai necessari servizi essenziali, quali la somministrazione di acqua potabile e di energia elettrica, la revisione dell'impianto elettrico dell'attendamento, la rimozione dei rifiuti e la bonifica dell'area, l'affidamento della tendopoli ad una associazione di volontariato con compiti di assistenza e vigilanza degli immigrati, l'acquisto di container da adibire a luoghi di culto e a centro di aggregazione sociale”. L'azienda sanitaria, dal canto suo, realizzerà una mirata campagna di prevenzione e di profilassi a favore delle centinaia di immigrati che vivono nella tendopoli che, dunque, rimarrà dov’è ancora per diverso tempo. Ciò, “allo scopo di tenere sotto controllo ogni potenziale focolaio di malattie infettive”. Queste le prime azioni drastiche e concrete per superare la prima emergenza. Il gruppo di coordinamento ha anche proposto una seconda fase per favorire una sistemazione meno precaria per i migranti. Questo secondo step verrà presentato subito dopo le elezioni regionali, in programma per il 23 novembre prossimo. L’obiettivo delle prossime iniziative da intraprendere sarà quello di “agevolare l'inserimento degli immigrati nel contesto urbano dei rispettivi territori e favorirne l'integrazione e l'inclusione sociale”.
Domenico Madafferi il sindaco di San Ferdinando |
Lo smantellamento della tendopoli era stato paventato più volte nei mesi scorsi dal sindaco di San Ferdinando Domenico Madafferi che (è notizia di oggi) è tra le persone fermate dai carabinieri nell’operazione contro la cosca ‘ndranghetista dei Bellocco che governa i traffici illeciti di questa fetta di territorio calabrese. Il primo cittadino è accusato di concorso esterno. Secondo quanto si è appreso “avrebbe favorito il rilascio di licenze e autorizzazioni per negozi nella disponibilità della cosca”. Fermati anche altri amministratori. L’indagine avrebbe consentito ai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, “di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine al presunto favoreggiamento alle cosche da parte di alcuni amministratori locali”. Tra questi il più in vista è proprio Madafferi. Lo scorso anno, sempre i militari dell’Arma, avevano arrestato il comandante ed un agente della polizia municipale di San Ferdinando con l’accusa “di aver agevolato la cosca Bellocco nell’intestazione fittizia di un bar”. (msc)