Lavoro e disabilità, i numeri del “collocamento mirato”
ROMA – L'andamento nazionale del “collocamento mirato” è reso in esame e sintetizzato nella Relazione del ministero del Lavoro al Parlamento sullo stato di attuazione della legge recante norme per il diritto al lavoro dei disabili”, relativa agli anni 2014-2015. Tra gli elementi presi in esame, ci sono le “nuove iscrizioni”, le “cancellazioni” e gli “avviamenti”.
Nuove iscrizioni. La quota di nuovi iscritti con disabilità al collocamento mirato “risulta pari a poco più di 78 mila persone nel 2014, per salire a quasi 92 mila l’anno successivo. Rispetto al biennio precedente 2012-2013, la quota di iscrizioni annuali risulta incrementata nel 2014 del 4,5% rispetto al 2012 e del 14,7% rispetto al dato 2013. L’incremento nel 2015 è significativamente superiore, essendo pari al 23,6% rispetto al 2012 e al 35,1% rispetto al 2013”. Il ministero precisa però che “questi differenziali positivi vanno considerati tenendo conto del numero di Province non rispondenti: nel biennio precedente esse erano 14 nel 2012 e a 10 nel 2013; nella rilevazione corrente abbiamo invece 4 Province non rispondenti nel 2014 e 8 nel 2015, tutte concentrate al Sud”.
Cancellazioni. Altro elemento significativo nell'esame dell'andamento del fenomeno è la “cancellazione” dalle liste di collocamento. “Specularmente al dato sulle iscrizioni – si legge nella Relazione - le cancellazioni testimoniano di un discreto flusso in uscita dal sistema del collocamento mirato: in pratica nel 2014 ogni 2,5 nuove iscrizioni si registra 1 cancellazione, rapporto che sale a 3,6 a 1 nel 2015”. Laddove siano noti, i motivi meno frequenti della cancellazione sono “la mancata risposta alla convocazione, per due volte consecutive, senza giustificato motivo o il rifiuto del posto di lavoro offerto. In maniera analoga – si legge ancora -la cancellazione dietro richiesta dell’iscritto e la perdita delle residue capacità lavorative non sembrano essere eventualità amministrative molto frequenti”. Di contro, “il raggiungimento dell’età pensionabile pesa per il 34,2%% nel 2014 e si ridimensiona fino al 19,2% nel 2015, con una flessione della componente femminile nella seconda annualità, cosa che potrebbe essere messo in relazione con il progressivo innalzamento dell’età pensionabile, in conseguenza delle recenti riforme”. Anche “la perdita della condizione di disabilità e il decesso dell’iscritto assumono maggior rilevanza rispettivamente nel 2014 (24,7%) e nel 2015 (45,1%), presumibilmente in relazione alla conduzione di operazioni di pulizia degli elenchi, da parte dei servizi competenti”. In entrambe le annualità, poi, discreto è il numero delle “cancellazioni avvenute per trasferimento dell’iscrizione presso un altro servizio (12,7% nel 2014 e 10,4% nel 2015), a riprova di una discreta mobilità esercitata da una porzione di lavoratori nella sperimentazione di canali di ricerca differenziati su base territoriale, che vede le donne non molto distanti dalle modalità di comportamento degli uomini”.
Avviamenti. Accanto alle nuove iscrizioni, gli avviamenti rappresentano un altro “dato di flusso” rilevante per analizzare l’applicazione della normativa sul diritto al lavoro delle persone con disabilità, riguardo sia ai datori di lavoro privati, che a quelli pubblici . “Rispetto al biennio precedente – riferisce il ministero - il complesso degli avviamenti risale in termini assoluti, arrivando a toccare nel 2014 le 27.468 unità, che giungono a superare le 29.000 nel 2015 ( nel 2013 erano stati registrati in totale 18.295 avviamenti, a fronte di 10 Province non rispondenti alla rilevazione). Nello specifico, rispetto al 2013, nel 2014 si assiste ad un incremento pari a più del 50%, cui si aggiunge un ulteriore incremento di poco meno del 6% tra il 2014 e il 2015. Nel complesso, gli avviamenti presso datori di lavoro privati rappresentano oltre il 92% del totale nel 2014 e poco meno del 96% nel 2015”. Da notare che, dopo l'entrata in vigore del D.lgs n. 151 del 2015, “si passa da una media di 2.083 avviamenti al mese ad una di 3.013, con un incremento del valore medio del 44,6%”. Un dato positivo, che il ministero attribuisce in parte ad alcune delle modifiche introdotte dal decreto stesso, come “l’ampliamento della possibilità del ricorso alla richiesta nominativa”. Per quanto riguarda la tipologia di invalidità degli avviati, sia presso datori di lavoro privati soggetti ad obbligo che non soggetti, si evidenzia “una forte concentrazione di invalidi civili sia fra gli uomini che tra le donne e una significativa presenza di invalidi del lavoro fra i lavoratori maschi”. (cl)