27 giugno 2014 ore: 11:17
Economia

Lavoro, imprese coesive: "chance in più con il terzo settore"

Rapporto Symbola-Unincamere. Le imprese che si relazionano con il mondo del volontariato hanno registrano nel 2013 aumenti nel numero di occupati, rispetto al 2012, nel 22% dei casi
Terzo settore, volontariato, giovani, mani colorate - SITO NUOVO

Roma - Le imprese 'coesive' hanno una chance in piu'. Numeri alla mano le realta' produttive coesive si dimostrano piu' competitive delle non coesive. Oltre a quello con il territorio e le istituzioni, e' un asset strategico anche il rapporto con Terzo Settore. "Le imprese che si relazionano con il mondo del volontariato hanno registrano nel 2013 aumenti nel numero di occupati, rispetto al 2012, nel 22% dei casi, contro il 17% delle imprese che queste relazioni non le hanno volute o sapute costruite". E' quanto emerge dal rapporto 'Coesione e' Competizione - Le nuove geografie della produzione del valore in Italia' realizzato da Consorzio Aaster, Fondazione Symbola e Unioncamere presentato oggi a Treia (Mc) in apertura del Seminario Estivo di Symbola.

Un mondo, quello del Terzo settore, fatto al 2011 da 300 mila istituzioni non profit e 4,7 milioni di attivi in un novero amplissimo di campi: dai beni culturali all'ambiente, dall'assistenza allo sport alla ricerca allo sviluppo economico e sociale. Una vitalita' straordinaria che non si esaurisce all'interno degli steccati delle Onlus e delle cooperative ma tracima e contamina tutta l'economia.

"E proprio dove la societa' e' piu' vitale si costruiscono reti di protezione grazie alle quali la crisi morde meno. Se mettiamo in relazione le performance economiche con la coesione e il benessere del territorio- rileva il rapporto- scopriamo una forte interdipendenza tra i tre ambiti. Osserviamo che anche dove la crisi e' forte, se c'e' un tessuto sociale coeso e vitale, un non profit presente e attivo, ha effetti piu' blandi o, comunque, distribuiti in maniera piu' equa all'interno della comunita' socio-economica".

Cosi' in Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata e Sicilia, pur in presenza di un'evoluzione produttiva nettamente al di sotto della media nazionale, "grazie alla coesione sociale, l'equita' e il benessere non hanno registrato tracolli". Dove, invece (Campania, Puglia e Calabria), la coesione si e' allentata, "l'equita' e il benessere hanno subito forti scossoni". (DIRE)

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