Le cento donne africane che guidano il cambiamento
ROMA - Imprenditrici, attiviste, giornaliste, artiste, sportive, diplomatiche: eroine scelte da Avance Media, che attraverso il suo progetto di empowerment delle donne, Be A Girl, ha realizzato questa pubblicazione annuale per evidenziare e celebrare le 100 donne africane più influenti. Donne che hanno scalato le gerarchie aziendali, avviato la propria attività o sono state in prima linea nel processo decisionale sia a livello locale che internazionale. Se ne parla in un articolo di Giuseppe Taibi pubblicato sulla rivista Africa.
Nel settore aziendale, tra le donne più influenti compare Aida Diarra, numero 2 africana di Visa, a partire dal novembre 2018 cura le operazioni del colosso in quarantotto mercati dell’Africa sub-sahariana.
Tra le conferme, sempre presente nelle edizioni precedenti di Avance Media, la ghanese Angela Kyerematen-Jimoh, direttrice responsabile regionale per l’Africa settentrionale, orientale e occidentale di IBM. È la prima donna e la prima africana a ricoprire il ruolo. Così come è ghanese Dentaa Amoateng Mbe, presidente e fondatrice del marchio aziendale Grow Unite Build Africa (GUBA), organizzazione di imprese sociali dedicata al progresso degli africani emigrati nel mondo attraverso vari programmi e iniziative socio-economiche.
Proseguendo nella lettura dei nomi si trova Nangula Nelulu Uaandja, amministratrice delegata del nuovo Comitato per la promozione e lo sviluppo degli investimenti della Namibia. Scorrendo la lista ci si imbatte nel nome dell’ex ministra delle Finanze e degli Affari esteri nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala, attualmente a capo dell’Organizzazione mondiale del commercio e presidente del consiglio di amministrazione di Gavi Vaccine Alliance, realtà impegnata a garantire che i programmi di immunizzazione siano finanziariamente sostenibili. Ed è pure nigeriana Odunayo Eweniyi, co-fondatrice di PiggyVest, la più grande piattaforma digitale di risparmio e microinvestimento in Nigeria.
In classifica la connazionale Owen Omogiafo, presidente e ceo del gruppo Transnational corporation of Nigeria Plc.
Nell’area del Corno d’Africa grande considerazione viene riposta sull’etiope Sophia Bekele, ceo del gruppo PanAfrican DotConnect Africa, la quale ha lanciato una piattaforma che offre un’opportunità unica per le donne imprenditrici di vendere online, elaborare pagamenti e gestire le proprie finanze. Non solo donne imprenditrici di successo, ma anche donne impegnate in prima linea contro i cambiamenti climatici. Come Elizabeth Wathuti, ambientalista e attivista per il clima del Kenya. È la fondatrice della Green generation initiative che educa i giovani ad amare la natura. O ancora Vanessa Nakate, attivista ugandese, nota per il suo impegno per promuovere politiche di contrasto al cambiamento climatico. È stata la prima attivista del Fridays for Future in Uganda, quando nel gennaio 2019 avviò uno sciopero di protesta contro gli effetti del cambiamento climatico nel suo Paese.
Poi c’è il capitolo delle campionesse di filantropia. Qui trovano posto donne come Agnes Kalibata, presidente di Alliance for a green revolution in Africa, organizzazione che lotta per un’Africa prospera e sicura dal punto di vista alimentare attraverso una crescita agricola rapida, migliorando la produttività e i mezzi di sussistenza di milioni di piccoli agricoltori. O ancora come Aya Chebbi, femminista e diplomatica tunisina. È diventata famosa nella veste di voce per la democrazia e blogger politica durante la rivoluzione tunisina del 2010/2011, ed è la fondatrice del Nala feminist collective, alleanza multigenerazionale di donne africane. Dalla Costa d’Avorio arriva il nome di Edith Yah Brou, blogger co-fondatrice di Akendewa e Africa Contents Group.
Tra le donne più influenti figura l’ex presidente liberiana Ellen Johnson Sirleaf, già incoronata da Newsweek. L’elenco prosegue con la camerunense Françoise Moudouthe, amministratrice delegata del Fondo per lo sviluppo delle donne africane, con la mozambicana Graça Machel, vedova del presidente sudafricano Nelson Mandela e del presidente del Mozambico Samora Machel, sostenitrice dei diritti delle donne e dei bambini e della sudafricana Phumzile Mlambo-Ngcuka, sottosegretaria generale delle Nazioni Unite e direttrice esecutiva di UN Women. Dal Nordafrica figura il nome dell’egiziana Rasha Kelej, senatrice ed amministratrice delegata della Merck Foundation a sostegno dell’inclusione femminile.
Poi c’è un altro capitolo, quello della diplomazia. Qui viene riconosciuto il ruolo dell’egiziana Amani Abou-Zeid, commissaria per le Infrastrutture e l’Energia presso la Commissione dell’Unione Africana, della nigeriana Amina J. Mohammed, vice segretaria generale delle Nazioni Unite e della senegalese Bineta Diop, inviata speciale per le donne e i bambini dell’Unione Africana. Ad ingrossare le fila delle donne di successo la senegalese Coumba Dieng Sow, a capo della Fao in Rwanda, la nigeriana Fatima Kyari Mohammed, osservatrice permanente dell’Unione Africana presso le Nazioni Unite e l’ugandese Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Oxfam International.
E poi ci sono le donne che grazie alla loro arte e creatività stanno imprimendo un cambiamento per il futuro del continente. Qui trovano posto la star musicale nigeriana Tiwa Savag, l’attrice comica ugandese Anne Kansime, la stella del pop beninese Ayra Starr. Inutile dire che nella classifica vi figurano pure donne di potere a capo di governi o alla guida di ministeri di peso, come la presidente della Repubblica Federale dell’Etiopia Sahle-Work Zewde, prima donna a ricoprire l’incarico o la sua omologa tanzaniana Samia Suluhu Hassan, o ancora la ministra dell’Economia del Senegal Oulimata Sarr. Mentre dal Malawi proviene un altro nome, quello della ministra del Lavoro Vera Kamtukule. Anche dal mondo dei media giungono esempi di donne di successo portatrici di quel “girl power” speranza per il continente.
Avance Media include nella sua pubblicazione il nome di Nana Aba Anamoah, volto notissimo della tv ghanese e della connazionale e produttrice televisiva Peace Hyde, potente pure in Gran Bretagna. Infine unica sportiva nella speciale classifica la velocista nigeriana Tobi Amusan, primatista mondiale dei 100 metri ostacoli ai campionati del mondo di Oregon 2022. “Velocissima come ci si augura sia altrettanto veloce il cambiamento impresso dalle donne”, conclude Taibi nell’articolo.