19 aprile 2018 ore: 13:05
Disabilità

Legge 104, caregiver e prepensionamento: appello di Anmic al “governo che verrà”

Dalla Conferenza nazionale dei Quadri dirigenti, forte richiamo alla responsabilità istituzionale: “Mentre ci si attarda ad assegnare ruoli e incarichi, le famiglie delle persone disabili soffrono, per la mancanza di supporti al lavoro di assistenza svolto ogni giorno. Gli strumenti ci sono, ma vanno resi esigibili. Aspettiamo dal futuro governo risposte certe e chiare”
Assistenza, uomo spinge persona in carrozzina

ROMA – “Mentre la politica tarda a prendere decisioni e definire ruoli, ci sono milioni di persone con disabilità che soffrono, in Italia, insieme alle loro famiglie. Per questo Anmic chiede con forza, in queste giornate cruciali per gli assetti istituzionali, risposte chiare e decise in materia di disabilità e assistenza: perché gli strumenti, che in parte esistono, diventino esigibili e fruibili. A partire dalla legge 104, fondamentale per chi si prende cura di un familiare disabile”. L'appello accorato arriva da Nazaro Pagano, presidente nazionale di Anmic, in occasione della 2a Conferenza nazionale dei Quadri dirigenti dell’associazione, in corso a Roma dal 19 al 20 aprile. 

box “Già oggi – sottolinea l’associazione – circa 3 milioni e mezzo di italiani ultrasessantacinquenni hanno difficoltà a compiere gli atti quotidiani della vita come alzarsi dal letto e vestirsi o mangiare da soli, senza l’aiuto di persone che li assistano. Quanto alle altre attività domestiche, come fare la spesa o poter recarsi dal medico o acquistare farmaci, si calcola che le difficoltà riguardino un numero ancor maggiore di soggetti, circa il 10% degli italiani over 65”. 

Presidente Pagano, quali sono gli strumenti a disposizione delle famiglie per prenderci cura dei proprio cari non autosufficienti?
La normativa italiana attuale prevede una serie di strumenti, che però sono scarsamente esigibili, a causa soprattutto della frammentazione di competenze tra Stato, regioni e comuni. L'unica risorsa è la famiglia, che o provvede direttamente, dedicando un proprio membro quasi totalmente a questo compito, oppure – se può permetterselo – assume un assistente. Il “pubblico”, in questo, mostra tutte le sue carenze, riducendo l'assistenza domiciliare a strumento residuale se non del tutto assente, a seconda dei territori. 

La legge 104/1992 è uno degli strumenti di tutela e supporto per la famiglie “caregiver”, ma sempre più frequenti sono i casi di abuso e le proposte di revisione. Cosa ne pensa?
Penso che sia giusto metterci mano, ma non stravolgerla né tanto meno depotenziarla, penalizzando tanti per le colpe di pochi. Noi di Anmic sosteniamo che i casi registrati in questi giorni non intaccano la validità della normativa, si possono semmai introdurre sistemi di controllo per il suo corretto utilizzo”. 

Quali altri strumenti esistono o dovrebbero esistere per facilitare il compito di assistenza svolto dalle famiglie?
Innanzitutto, il prepensionamento: per i familiari delle persone disabili gravi, devono essere stabilite maggiori facilitazioni per uscire dal mondo del lavoro. E' uno degli strumenti indispensabili per mettere le famiglie nelle condizioni di prendersi cura dei propri cari, favorendo così il processo di superamento dell'istituzionalizzazione. C'è poi un'altra norma, che è stata purtroppo lasciata indietro dalla passata legislatura e speriamo di vedere presto riprendere in mano: quella sul caregiver familiare. Una figura fondamentale per le politiche sociali in Italia, ma tuttora priva di riconoscimento e tutele. Riteniamo infine indispensabile l’estensione su tutto il territorio nazionale dei servizi domiciliari: queste prestazioni infatti coprono attualmente le esigenze solo di una esigua minoranza dei disabili, perché rimangono di fatto diritti inesigibili nella maggior parte delle nostre regioni, essendo la realizzazione di questi servizi vincolata alle già scarse risorse finanziarie regionali e alla effettiva volontà politica, da parte delle regioni, di investire in politiche sociali. E' questo, in sintesi, l'appello che rivolgiamo oggi, da qui, alle istituzioni impegnate in queste ore a ridisegnare i riferimenti politici del Paese”. (cl)

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