Legge autismo, la partita non è chiusa: esperti e associazioni a confronto
ROMA – “Ho invitato i maggiori esperti di autismo in Italia, per discutere insieme su cosa va bene e cosa non va bene in questo disegno di legge, che tratteggia solo una lieve cornice rispetto alle tante proposte che da associazioni e studiosi erano state presentate”: così Manuela Serra, deputata Cinque Stelle, promotrice del convegno “Attori non più spettatori”, ha chiamato a raccolta “il mondo dell’autismo perché siamo di fronte a una questione importante e non voglio esprimere, in commissione, la posizione di un singolo deputato ma un’analisi approfondita”.
Occupandosi da oltre 10 anni di bambini con autismo come insegnante di sostegno specialistica, Serra sa bene che “un disegno di legge serve, ma il suo compito non può limitarsi a indicare le linee per i Lea: è necessario invece che contenga riferimenti precisi alla metodologia funzionale, visto che in Italia c’è ancora tanta confusione”. Soprattutto per quel che riguarda l’inclusione scolastica, “bisogna che i docenti abbiano una preparazione specifica e sappiano con esattezza quale metodologia utilizzare. E questo nel Ddl non c’è: si rischia quindi di mantenere tutto in mano ai privati, in isole magari felici, che però non accessibili a tutti. E’ questo il mio più grande timore e credo che questo Ddl debba fare di tutto per scongiurare questo rischio. E possa farlo”.
E poi c’è il grande nodo degli adulti con autismo: “quando i ragazzi compiono 16-17 anni, i genitori non sanno proprio cosa fare: anche in questo il Ddl dovrebbe essere più incisivo, mentre non dice praticamente nulla”. Infine, c’è la questione del fondo: “è necessario che ne sia istituito uno dedicato, che aiuti le famiglie – afferma Serra – Ma certo, con i nuovi tagli alla sanità non so proprio dove andremo a finire”. Intanto, il Movimento 5 Stelle ha presentato 12 emendamenti e il testo, lievemente ritoccato alla Camera, è tornato al Senato. “In Commissione, porterò le proposte che usciranno dal confronto di domani. Speriamo ci sia spazio per accoglierle, dando vita a una legge tanto attesa, che risponda più adeguatamente ai bisogni di queste famiglie”. (cl)