Legge di stabilità 2016, "ne serve una family friendly"
ROMA – Una legge di stabilità 2016 “family friendly” che possa avere la famiglia come riferimento per modulare le proprie misure e non solo quelle a sostegno delle fragilità. È questo l’auspicio del Forum delle associazioni familiari in vista dell’imminente dibattito attorno ad un testo che stabilirà le priorità del paese per il prossimo anno. Per Francesco Belletti, presidente del Forum, serve soprattutto questo: “Un'attenzione ad una dimensione familiare che ci sembra ancora assente”. La famiglia, quindi, come parametro su cui modulare gli interventi, anche quelli più urgenti come la lotta alla povertà assoluta, ma senza dimenticare quelli sulle politiche fiscali. Tuttavia, racconta con un certo rammarico Belletti, l’Italia fa ancora fatica a mettere al centro la famiglia:“Niente di nuovo e nessuna responsabilità particolare per questo governo, ma permane una gestione fiscale ed economica pubblica che vede la famiglia soltanto come un consumatore o come un centro di costo”.
Per il Forum Famiglie allora il primo passo da fare è, senza dubbio, quello di un fisco a misura di famiglia. “La priorità assoluta che vorremmo sottolineare è un sostegno e un alleggerimento della pressione fiscale secondo i carichi familiari – spiega Belletti -. Misura che noi avevamo proposto con un modello di revisione dei carichi familiari che sembra abbastanza lontano dalle priorità agite”. Qualche segnale, però, c’è e arriva proprio dal dibattito aperto attorno ad un intervento necessario contro la povertà assoluta. “Le varie proposte in discussione sul sostegno economico alle condizioni di povertà ci vedono molto attenti – aggiunge -: non sarebbe male investire un po' in legge di stabilità nel contrasto diretto della povertà. Solo che vorremmo che le misure immaginate siano modulate in funzione dei carichi familiari. Un conto è sostenere un adulto di 50 anni da solo o un giovane di 30 anni povero, un altro è sostenere una famiglia con tre figli”.
Secondo il Forum, rimodulare misure sulla famiglia, se solo lo si vuole, si può fare. Ma serve volontà politica. “Faccio l'esempio dei 10 miliardi di euro impiegati dal governo per i famosi 80 euro – aggiunge Belletti -. Sono stati tirati fuori una montagna di soldi per un obiettivo condivisibile, cioè l'alleggerimento della pressione fiscale del lavoro dipendente”. Ma un incentivo che non guardi ai carichi familiari può produrre effetti non sempre favorevoli alla famiglia. Può capitare, infatti, che “una famiglia con tre figli sopra ad una certa soglia non riceva nessun beneficio – argomenta Belletti -, mentre un’altra in cui ci sono tre percettori di reddito sotto la stessa soglia riceva tre volte 80 euro ogni mese”. E progettare una misura sui carichi familiari, a parità di bilancio, non sarebbe neanche stato così complesso, spiega Belletti, ma “questa cosa è stata rifiutata ideologicamente”, come se ci fosse “un'esplicita ostilità nei confronti della famiglia”.
Tra le priorità, inoltre, per Belletti non bisogna dimenticare quei “fondi di protezione delle famiglie in difficoltà – spiega Belletti -. In particolare i fondi per la disabilità e per la non autosufficienza. E' ovvio che se si rinforzano i servizi per le famiglie e questi fondi, anche la condizione delle famiglie viene alleggerita. Oggi le famiglie sono schiacciate tra conti di cura pesanti, che diventano anche costi economici, e un'oggettiva fatica ad arrivare a fine mese”. Su questo fronte, non manca certo un po’ di preoccupazione in merito all’intenzione anticipata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di abolire l’Imu sulla prima casa e la Tasi. Anche se, precisa Belletti, “bisogna riflettere bene sull’impatto di certe misure. Alleggerire la tassazione sulla prima casa è una misura familiare, anche se, come tutti gli analisti hanno affermato, rischia di portare maggiori benefici a famiglie che sono messe meglio di quelle più povere. Un po' di riequilibrio ci vuole, però alleggerire la pressione fiscale diretta sulle famiglie ci sembra comunque un valore”.
Una riflessione, quella del presidente del Forum delle associazioni familiari, che non nasconde l’amarezza dell’aver visto il tema della famiglia tornare un po’ nell’ombra. “Spiace – racconta Belletti - che, dopo il biennio 2010-2012 dove si è discusso di politiche familiari, si è costruito un piano nazionale per la famiglia e questa logica strategica sembrava essere passata, siamo tornati ad una logica per cui si parla di famiglia quando si tratta di trovare degli angolini, degli spiragli tra le pieghe di bilancio per intervenire a sostengo di situazioni di specifica fragilità. Si perde l'occasione di mettere benzina nel motore del paese. Sostenere le famiglie significa investire su una risorsa, non su un centro di spesa”. Nel dibattito attuale, in quello attorno alle misure di contrasto alla povertà, ma anche in merito alla nuova legge di stabilità serve una ritrovata sensibilità verso la famiglia, conclude Belletti, con la speranza che il “family friendly” possa essere “sensibile e visibile”.(ga)