Legge di stabilità e bonus bebè, Ferrera: “Logica del tappare i buchi”
Maurizio Ferrera
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MILANO - "Con la legge di stabilità la situazione del welfare in Italia non cambia: si resta sempre in una condizione di precarietà, con stanziamenti discrezionali": non è tenero, con il governo, Maurizio Ferrera, uno dei massimi esperti di politiche sociali in Italia, docente di Scienza politica all'università degli studi di Milano e fondatore del sito Secondo Welfare. "Anche il bonus bebè non va bene – aggiunge – È uscito dal cilindro bianco di Renzi quando la legge di stabilità era ormai chiusa, senza che si possa capire la ratio di questo provvedimento e come sia collegato alle altre misure in campo sociale".
Quel che manca, secondo il docente, è l'istituzione del Sostegno di inclusione attiva (Sia), ossia un reddito minimo garantito alle famiglie in difficoltà rimaste senza lavoro. "Il Governo l'aveva prevista nel programma nazionale di riforme presentato all'Unione europea nel marzo scorso – sottolinea -. Per ora ci si è limitati solo a provvedimenti isolati, che rispondono solo alla logica del tappare i buchi".
Il bonus bebè potrebbe essere ben diverso da come lo propone il governo Renzi. "Sarebbe stato molto meglio muovere verso una riflessione strategica che avrebbe richiesto poche settimane, visto che è anni che studiamo questi argomenti - aggiunge Maurizio Ferrera- ed eventualmente utilizzare quei fondi per istituire un assegno universale a tutti i figli, collegato con il Sostegno di inclusione attiva. Una riforma vera deve passare per una necessaria fase di progettazione, ambiziosa e incisiva e che si tramuti in provvedimenti di legge adeguatamente finanziati di ampio respiro".
Nella legge di stabilità non ci sono misure di contrasto alla povertà. "Ce le ha raccomandate l'Unione europea e il governo si era impegnato in questo senso. Quindi sono curioso di sapere che cosa dirà il governo quando dovrà spiegare come ha realizzato le raccomandazioni della Ue". (dp)
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