30 ottobre 2015 ore: 15:27
Economia

Legge sul cibo in Lombardia, il Banco alimentare: "Solo spiccioli"

Lucchini (Fondazione Banco Alimentare): il testo approvato dal consiglio regionale è solo "un punto di partenza. Ora bisogna metterla in pratica e noi non lasceremo in pace né la Giunta di Maroni né i consiglieri regionali: si sono presi un impegno e devono rispettarlo".
Povertà, mano con spiccioli di fronte a bancone frutta

MILANO - La legge sul diritto al cibo della Regione Lombardia? "Meglio di niente, però i 200mila euro stanziati sono spiccioli". Marco Lucchini è il direttore della Fondazione Banco Alimentare, che dal 1989 raccoglie le eccedenze alimentari delle grandi industrie e le ridistribuisce alla realtà che si occupano dell'assistenza dei poveri. Il testo, approvato dal Consiglio regionale all'unanimità il 28 ottobre, "prende atto di quel che già accade da anni in Lombardia -sottolinea Lucchini-. E può rappresentare un punto di partenza. Ora bisogna metterla in pratica e noi non lasceremo in pace né la Giunta di Maroni né i consiglieri regionali: si sono presi un impegno e devono rispettarlo". Il primo nodo è quello dei fondi. Per il 2016 ci sono ma sono, appunto, troppo pochi per poter fare qualcosa che incida. "E poi? Vedremo se continuerà ad esserci la volontà politica di rifinanziare la legge", aggiunge. 

La legge regionale pone come obiettivo la riduzione degli sprechi alimentari del 50% entro il 2025 e prevede incentivi a imprese e comuni che si impegnano nella riduzione delle eccedenze e nel loro riutilizzo per finalità sociali. "Il punto è che ci vorrebbero dei veri e propri investimenti -spiega Lucchini-. Il riutilizzo del cibo è un processo complicato, che richiede procedure ben precise per garantire tracciabilità degli alimenti, la loro corretta conservazione e una ridistribuzione che garantisca la qualità dei prodotti. Però è anche dimostrato che per ogni euro speso per sostenere questo processo c'è un ritorno multiplo in termini sociali. È insomma conveniente per la collettività". 

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Luigi Rossi, vicepresidente del Pane Quotidiano, che distribuisce ogni giorno a Milano circa 3mila razioni di cibo. "Si sono accorti di noi -commenta-. Vedremo ora come questa legge verrà messa in pratica. È comunque un segnale positivo". (dp)

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