4 luglio 2018 ore: 14:26
Disabilità

Legge sul dopo di noi, il monitoraggio sulle regioni italiane. "Ancora in alto mare"

Speziale: “Eppure di buone prassi ce ne sono tante, sono molti i progetti di vita avviati in Anffas, e non solo, da cui è possibile prendere esempio e spunto”. La onlus chiederà al ministero del Lavoro e politiche sociali e a quello per le Disabilità di monitorare e di far progredire in meglio la situazione
Dopo d noi, ombre di carrozzine

ROMA - Nel documento di analisi curato dalla Fondazione Nazionale Dopo di Noi Anffas Onlus, Anffas vuole dare un suo contributo al dibattito sulla concreta applicazione della legge nazionale sul dopo di noi entrata in vigore due anni fa, cercando di mantenere alta l’attenzione su un tema che riguarda direttamente le persone con disabilità e le loro famiglie. E lo fa cercando di rispondere  a poche ma fondamentali domande, in attesa della seconda relazione alle Camere da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali relativamente allo stato di attuazione della legge 112/16: qual è l’impatto che la legge sta avendo sulla vita materiale delle persone? A che punto sono gli interventi attuativi della legge nelle varie Regioni italiane?

Nel suo documento Anffas ha suddiviso le regioni italiane per stadio di avanzamento: 1)  Regioni in cui oltre ad una programmazione di carattere generale, nulla in concreto sui territori ancora è partito (Abruzzo, Puglia e Piemonte). 2) Regioni in cui si è deciso di co-progettare con gli “Enti gestori” e di attuare per loro tramite gli interventi ex lege n. 112/2016 nei territori (Friuli Venezia Giulia e Veneto). 3) Regioni in cui hanno dato libertà agli Ambiti Territoriali di programmare gli interventi sul territorio, semmai raccogliendo previamente i progetti individuali (Sardegna e Sicilia). 4) Regioni in cui si è dato avvio anche all’attivazione delle richieste di redazione ed approvazione di progetti individuali (Basilicata, Calabria, Campania, Lazio). Regioni in cui il progetto individuale è stato redatto ed è già partito o sta partendo in questi giorni insieme agli interventi in esso previsti (Lombardia, Marche, Molise, Toscana). Regioni in cui si parte prima dall’individuazione ed intervento sugli immobili (Emilia Romagna, Liguria). Regioni di cui non si hanno notizie certe, ma che sembrano ancora non attive sul tema (Umbria, Valle d’Aosta).  La legge non si applica alle province autonome di Trento e Bolzano, ma la prima di esse, riconoscendo l’efficacia ed il valore di questa nuova impostazione, ha approvato il 5 giugno scorso una legge provinciale contenente anche specifiche previsioni sul “Durante noi, Dopo di noi”, proprio nel solco di quanto declinato dalla legge nazionale. 

Anffas evidenzia come il Progetto individuale sia un tassello da cui non si può prescindere per la corretta applicazione di quanto previsto dalla Legge 112/16. Questo vuol dire “ripensare totalmente le modalità di intervento partendo dalla persona con i suoi bisogni di sostegno, desideri, aspettative e preferenze, accantonando quelli che sono stati fino ad oggi gli interventi prevalenti, ossia servizi precostituiti o scarico sulla famiglia dell’intera presa in carico della persona con disabilità”. La onlus ritiene necessario sottolineare l’importanza dell’uso di strumenti adeguati per la progettazione e costruzione del Progetto Individuale come lo è “Matrici ecologiche e dei sostegni versione 112”, innovativo sistema informatizzato di valutazione multidimensionale predisposto da Anffas stessa, in grado di rispondere pienamente a tale esigenza e verificare, in modo dinamico, il diritto all’accesso alle risorse e servizi previsti dalla legge, redigendo il previsto “budget di progetto”, nonché indicare i necessari sostegni, misurandone anche l’efficacia nel tempo, rispetto al concreto miglioramento della qualità di vita dei singoli destinatari.

“Dopo due anni siamo ancora in alto mare purtroppo - dichiara il presidente nazionale Anffas, Roberto Speziale - non ci sono le risposte che le persone con disabilità e le loro famiglie aspettavano e non si riesce a capire come le Regioni ed i Comuni possano giustificare l’evidente incapacità nel dare concreta e puntuale applicazione a questa che è nata come legge “emergenziale”. Anffas anche per questo chiederà al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ed al nuovo ministero per le Disabilità di monitorare il tutto e, soprattutto, chiederà come pensano di risolvere e far progredire in meglio la situazione. Eppure di buone prassi ce ne sono tante - continua Speziale  - sono molte infatti le storie di vita e di Progetti di Vita avviati in Anffas, ma non solo, da cui è possibile prendere esempio e spunto e alcune sono citate nostro documento di analisi”.

Si unisce Emilio Rota, Presidente della Fondazione Nazionale Dopo di Noi: “Non è possibile pensare che una legge di tale portata possa finire nel dimenticatoio, non applicata o applicata male, perché ne va del futuro di migliaia e migliaia di cittadini con gravi e gravissime disabilità che dovrebbero avere priorità negli interventi”.
“Confidiamo - concludono i due presidenti - nelle Istituzioni competenti affinché tutto questo venga fatto nel più breve tempo possibile, considerati già i due anni passati, e ci auguriamo che il nostro documento possa essere di aiuto in questo”. (ep)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news