Leggendario Alvise De Vidi: va a medaglia anche a Rio 2016
- ROMA – Vincere un bronzo a 50 anni, la 15esima medaglia alle Paralimpiadi per una carriera che non sembra non finire mai. Alvise De Vidi c’è anche a Rio 2016, a dispetto dell’età, a dispetto dei problemi fisici, a conferma delle capacità umane e agonistiche di un uomo che di quattro anni in quattro anni continua a frequentare il podio paralimpico. Medaglia di bronzo nei 400 metri di categoria T51, gara conclusa con il tempo a 1'22"38, che è anche il suo primato personale. Sul traguardo lo precedono solo il belga Genyn (1'20"82) e il messicano Navarro Sanchez (1'21"82).
De Vidi parte in settima corsia, davanti a lui c’è il belga Genyn che scappa subito alla partenza. De Vidi sa di avere una partenza lenta rispetto agli altri atleti, ma sa anche che, una volta ingranata la marcia, è un pericolo per tutti. Ai 150 metri si capisce che l’azzurro se la gioca, gli altri – a parte il belga – non stanno poi andando così veloci. Ai 200 metri la velocità di De Vidi aumenta, davanti a lui sono in tre, ma è visibile ad occhio nudo che l’algerino Mohamed Berrahal, che gli sta davanti, va più lento di più. Sul rettilineo finale, quando mancano 70 metri al traguardo, l’africano è superato, il belga va verso la vittoria, il messicano Navarro Sanchez ha quel margine per arrivare secondo. Taglia il traguardo infatti con poco più di mezzo secondo di vantaggio su De Vidi. Berrahal chiude quarto in 1:24:06.
“Non volevo partire da perdente in questa gara in cui – dice l’azzurro a fine gara – ho carte migliori rispetto ai 100, visto che la partenza incide molto meno. Durante la gara ho visto che stavo al livello dei migliori, ho cercato di spingere con tutto quello che avevo: è arrivato un grande risultato, considerato anche i giovanotti contro cui corro e la loro muscolatura. Peraltro non ho corso nelle migliori condizioni, non mi sentivo così tonico però ho fatto anche un tempo discreto. Non dico che sono vecchio ma sono esperto, e oggi l’esperienza mi ha un po’ aiutato, perché ho fatto una gara ben distribuita. Torno a casa con un risultato gratificante che ripaga del lavoro fatto: questa medaglia è un risultato sperato, ci ho lavorato molto, è stato un anno difficile con grossi problemi, mi alleno da fine aprile per questa gara”.
Alla sua settima Paralimpiade, De Vidi si conferma uno dei più grandi atleti paralimpici italiani di sempre. Il suo debutto, e la sua prima medaglia paralimpica, datano Seul 1988, quando a 22 anni vince nel nuoto l’oro nei 25 metri farfalla e il bronzo nella staffetta 4x100 1°-1C sulla pista di atletica. Quattro anni dopo a Barcellona vince nell’atletica un altro oro e un altro bronzo sui 400 e 800 e ad Atlanta ’96 torna a casa con l’oro degli 800 metri e l’argento dei 1500. Nel 2000 l’edizione di Sydney è quella più ricca: oro negli 800, nei 1500 ma soprattutto nella maratona, oltre che argento sui 400 e bronzo sui 200. Ad Atene 2004 arriva la conferma del bronzo sui 200 e un altro oro nella maratona, la vittoria più suggestiva di tutta la carriera. Dopo aver saltato Pechino 2008, torna sul podio a Londra 2012 con un argento sui 100 metri, prima del bronzo sui 400 qui a Rio 2016.