20 settembre 2017 ore: 14:48
Immigrazione

Leggere le favole in italiano ai piccoli migranti per aiutarli a integrarsi

L'apprendimento delle seconde lingue è significativo e importante per lo sviluppo e la crescita dei bambini. Di questo si parlerà domani mattina a Canicattini Bagni nella sala dello Sviluppo nel corso del festival "Fin da piccoli" organizzato dal Centro per la Salute del Bambino onlus insieme all'associazione "Leggimi una storia" e Passwork
Minori: bambini leggono libri colorati, scuola

SIRACUSA - L'apprendimento delle seconde lingue è significativo e importante per lo sviluppo e la crescita dei bambini. Di questo si parlerà domani mattina a Canicattini Bagni nella sala dello Sviluppo nel corso del festival "Fin da piccoli" organizzato dal Centro per la Salute del Bambino onlus insieme all'associazione "Leggimi una storia" e Passwork con il patrocinio del comune e di Nati per leggere Sicilia. Ad intervenire saranno diversi esperti e, fra questi, il neuropsichiatra infantile Franco Sciuto e lo psichiatra e psicoterapeuta della Gestalt Giuseppe Cannella.

In particolare, sull'argomento il comune di Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, sta portando avanti un progetto di lettura dei testi a favore dei piccoli immigrati presenti nel suo territorio. "Da alcuni anni rifletto sul tema del libro quale strumento  per una buona accoglienza dei bambini immigrati presenti nei centri del territorio siracusano - dice Paola Cappè, responsabile della biblioteca Agnello comune di Canicattini Bagni e vicepresidente di 'Leggimi una storia' -. Una soluzione possibile allo spaesamento e alla mancanza di riferimenti nel nuovo contesto di accoglienza. Un'immigrazione che non è un semplice 'passaggio' ma un luogo in cui fermarsi, restare e integrarsi. Ed è a tutti quei bambini migranti che restano che si rivolge il progetto.

L'iniziativa capovolge il punto di vista abituale e considera l’italiano come la seconda lingua, ponendosi l’obiettivo di far conoscere e interiorizzare il valore dell’apprendimento delle lingue e il legame inscindibile tra conoscenze linguistiche ed educazione interculturale. Lo strumento attraverso cui raggiungere gli obiettivi è il libro, inteso come mezzo di comunicazione universale, di incontro, come trampolino di lancio per la narrazione biografica, aspetto questo che aiuta a riconciliare identità sospese tra culture differenti. Sentire leggere un libro, sfogliarlo, guardare le illustrazioni, comprenderne la storia attraverso le tracce codificate, sia testuali che grafiche, permette al bambino di leggere una storia che lo inserisce in un mondo meraviglioso e nello stesso tempo gli dà modo di incontrare lingue e culture nuove in modo semplice e spontaneo. I libri sono come ponti, diceva Jella Lepman, mediatori speciali utili a ridare voce, ad alleggerire gli sguardi, a muovere l’immaginario".  

Dei meccanismi neuropsicologici dell’apprendimento delle lingue parlerà invece il neuropsichiatra Francesco Sciuto. "Gli studi relativi all’apprendimento di una seconda lingua nei primi anni di vita ci aiuta a dare risposte ai quesiti ancora aperti - spiega lo studioso -. Diversi studi dimostrano che alcune tappe sono universali nello sviluppo del linguaggio, ma c’è ancora incertezza quando si cerca di comprendere se l’apprendimento di più lingue ha diversi substrati neuro-anatomici o quando si cerca di definire i periodi target nei quali l’apprendimento di una seconda lingua avviene con naturalezza e a quali condizioni ciò può avvenire. In un tempo di grandi cambiamenti, che ha radicalmente cambiato, soprattutto in Europa, la staticità genetica e culturale delle popolazioni con la crescita numerica di figli della seconda generazioni si pongono problemi nuovi legati alle modalità con cui il linguaggio è legato alla comunicazione e questa ai profili culturali e d’identità dei singoli e dei gruppi, sia di chi accoglie che di chi chiede accoglienza".

Nella seconda parte della giornata, invece, Luisa Chiarandà, esperta nei processi formativi introdurrà i laboratori analizzando il tema in termini di metodologia ed obiettivi. "Il tema della seconda lingua dei primi anni di vita attraverso il gioco della lettura per l’infanzia ed il coinvolgimento attivo, secondo un approccio non direttivo di stampo rogersiano, delle figure genitoriali e di accompagnamento. Lo strumento dei lavori sarà il libro, non solo come mero oggetto stilistico ma soprattutto di comunicazione universale, di incontro, come il trampolino di lancio per la narrazione biografica, aspetto riconciliante di identità sospese tra culture differenti. Il tal senso, il percorso costruito intorno ai quattro laboratori, rappresenta sia l’opportunità di rodare buone pratiche di inclusione sociale attraverso l’uso della lingua, quale strumento di comunicazione di sè e ascolto dell’altro, che di validare una 'cassetta degli attrezzi' da proporre agli operatori e addetti ai lavori". (set) 

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