20 febbraio 2014 ore: 13:10
Salute

Lettera a Saviano: “Non associare psicofarmaci a manicomio”

Psicoradio, la radio di Bologna formata da 13 redattori in cura al dipartimento di salute mentale combatte da anni una battaglia sull’uso delle giuste parole: “Non bisogna coltivare la paura e i pregiudizi”
Psicofarmaci. pillole rosse

BOLOGNA – “Caro Roberto, siamo solidali con il tuo dolore (e noi di dolore ce ne intendiamo!) e anche con la tua paura nell’iniziare a prendere psicofarmaci, ci siamo passati”. Inizia così la lettera indirizzata a Saviano dopo l’intervista rilasciata a El Pais e ripresa, in Italia, da Il mattino. Vivere sotto scorta ha cambiato la vita dello scrittore che confessa: “A volte mi domando se finirò in un ospedale psichiatrico. Sul serio – conferma – Già adesso ho bisogno di psicofarmaci per tirare avanti e non era mai accaduto prima. Non ne faccio abuso, ma a volte ne ho necessità. E questa cosa non mi piace per nulla. Per questo spero che prima o poi finisca”. 

Sono bastate queste parole sbagliate per suscitare nella redazione di Psicoradio una riflessione sull’utilizzo del linguaggio. D’altronde la radio, formata da 13 redattori in cura al dipartimento di psichiatria di Bologna, non è nuova a questi temi. “Non vogliamo più sentir parlare di ospedali psichiatrici, che per fortuna sono stati chiusi, almeno in Italia! – scrivono –E comunque, è proprio chi prende gli psicofarmaci che corre meno il rischio di essere ricoverato. Non bisogna coltivare la paura e i pregiudizi rispetto agli psicofarmaci, e non bisogna associare psicofarmaci e manicomio”. E infatti non sono pochi i giornali che hanno ripreso l’intervista di Saviano con titoli che alimentano associazioni sbagliate: da “Confessione shock di Saviano” a “È una non-vita, uso psicofarmaci”.

“Cosa c’è di così scioccante nel prendere psicofarmaci?”, si sono chiesti i redattori. Una puntata, quella che andrà in onda venerdì 21 febbraio alla 20.30 su tutte le radio di Popolare Network e domenica 23 alle 13.15 su Radio città del Capo, imperniata su questo. Dietro i microfoni 4 redattori si sveleranno raccontando le loro esperienze e paure nell’intraprendere un percorso farmacologico. “Pur comprendendo la situazione di Roberto Saviano – spiega Angela Cristelli, giornalista e tutor del progetto Psicoradio – dobbiamo stare attenti agli stereotipi che si vengono a creare”.

Non a caso la redazione ha lanciato già da qualche mese il concorso “Né matti, né pazzi” che invita gli ascoltatori a cercare un termine che possa mettere d’accordo chi fa informazione e chi è in cura. Gli incostanti, diversamente sensibili, particolarmente abili ma anche turbolenti e alternattivi sono solo alcune delle proposte arrivate in redazione per sostituire le parole. “Anche se matti spesso viene usato con “simpatia” – spiega – è un termine forte che non fa piacere ai nostri redattori”.

A chiudere la lettera, che ancora non ha ricevuto risposta ma che è stata mandata personalmente a Roberto Saviano, un augurio: quello di “riprendere in mano la tua vita e ti invitiamo, tu che fai battaglie per la libertà, ad associarti alla nostra, quella contro i pregiudizi sul dolore psichico!”. (irene leonardi) 

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